Le varie forme di risparmio postale comprendono vari prodotti messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’istituzione delle Poste Italiane, realtà che ancora oggi controlla e gestisce questi strumenti, ed il più diffuso e sicuramente il libretto postale.
Qual è il libretto postale più raro che ci sia? Ecco la risposta
Si tratta della forma di oggettistica disposta ad un uso finanziario più comune e popolare della storia delle Poste Italiane, ed è facile capire perchè: non presenta tariffe o costi veri e propri, rappresenta una soluzione valida dal punto di vista della semplicità e immediatezza d’uso ma anche certifica una forma di “garanzia” da parte dello Stato, che si prodiga a far si di “proteggere” il conto.
Sostanzialmente è una forma “alleggerita” del libretto di risparmio, orientato però non tanto a sviluppare interessi sui risparmi quanto a fornire uno strumento di gestione economica, operazione attuabile sia nella maniera tradizionale, ossia recandosi in un ufficio postale, ma anche sfruttando le capacità dell’App, permettendo così di gestire il libretto come se fosse un conto online, anche perchè tutte le forme permettono la ricezione di bonifici grazie alla presenza dell’IBAN.
E’ una forma di strumento entrata nella cultura italiana essendo così diffuso ed anche nella forma cartacea, risulta essere tra le più comuni fino a diventare uno strumento da collezione vero e proprio per alcuni appassionati.
I libretti cartacei infatti venivano e sono ancora oggi sottoposti ad una forma di certificazione ad ogni operazione di deposito, prelievo o anche controllo con dei timbri. Un libretto postale di inizio 900 può rappresentare una fonte storica di rilievo anche perchè difficilmente se ne trovano in buone condizioni.
Uno degli anni 90, assolutamente ben tenuto e conservato può infatti valere anche diverse centinaia di euro, mediamente un prezzo congruo è di circa 200 euro.