Recentemente è emerso uno scandalo a livello sanitario riguardante l’utilizzo di un farmaco scadente chiamato Celginase.
Importato dall’India e non approvato dalla normativa italiana, nella cura dei pazienti oncologici in età pediatrica. Nonostante la consapevolezza della sua scarsa qualità e dei gravi effetti collaterali, il farmaco è stato impiegato almeno in ben 16 ospedali italiani.
L’accaduto ha sollevato gravi preoccupazioni sulla sicurezza sanitaria e l’efficacia delle terapie oncologiche pediatriche, evidenziando la necessità di una revisione della normativa e un miglior controllo da parte degli organi di competenza.
La falla nella normativa
La ragione per cui il farmaco Celginase è stato utilizzato nonostante non fosse approvato dalla normativa italiana è da attribuire a una “scappatoia” legata alla possibilità di utilizzare farmaci non ancora approvati in situazioni eccezionali. Questa deroga permette di ordinare e somministrare medicine nel caso in cui sia impossibile reperire alternative approvate e l’interruzione della terapia possa causare gravi danni al percorso di cura del paziente.
L’utilizzo di Celginase, ha però comportato un rischio significativo per i pazienti oncologici pediatrici. La terapia oncologica è già di per sé un percorso complesso e difficoltoso, che richiede la massima cura e attenzione per garantire la salute e il benessere dei pazienti. L’impiego di un farmaco non approvato può compromettere ulteriormente la salute dei pazienti, mettendo a rischio la riuscita del trattamento e causando possibili danni irreversibili.
Cosa è accaduto
Negli ultimi sette anni, centinaia di fiale del farmaco Celginase sono state importate dall’India e , ad oggi, non si conosce il numero esatto di pazienti affetti da cancro che potrebbero aver subito effetti collaterali negativi o avere minori possibilità di ristabilirsi in salute a causa di questa medicina.
Quello che è ancora più preoccupante è che molti ospedali hanno scorte di questa miscela nelle proprie farmacie.
Celginase è una tipologia di asparaginasi, terapia che viene utilizzata nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta, la più comune forma di cancro infantile. Prodotto e approvato in India, ha un costo di molto inferiore a quello utilizzato in Italia con appena 13 euro a fiala rispetto ai circa 2.500
Questa situazione solleva molte domande sulla sicurezza dei pazienti oncologici pediatrici in Italia e sulla necessità di rivedere le pratiche di approvvigionamento dei farmaci. È fondamentale che venga garantito che i farmaci utilizzati rispettino gli standard richiesti, e che medici e ospedali non possano semplicemente scegliere il “meno caro”.
La necessità di una revisione della normativa:
Lo scandalo dell’utilizzo di Celginase mette in luce la necessità di una revisione della normativa italiana riguardante l’utilizzo di farmaci non approvati. Nonostante le eccezioni siano state previste per garantire l’accesso a trattamenti salvavita in situazioni di emergenza, è fondamentale rafforzare i controlli per evitare abusi in tal senso .