Il dollaro statunitense resta la valuta per eccellenza più diffusa e percepita come “resistente” nonchè valevole, utilizzata in praticamente ogni contesto economico mondiale, nonchè quello finanziario. Il valore del dollaro seppur tendenzialmente molto stabile quasi al pari dell’oro subisce delle continue influenze sia esterne, ossia riguardanti il contesto economico nazionale degli States ma anche in ambito internazionale, e proprio in questo periodo il valore del dollaro, attualmente in “salita” sta facendo verificare diversi effetti.
Che succede se il valore del dollaro continua a salire? “Attenzione”
L’indice di valore del dollaro attuale, su scala internazionale è stato concepito negli anni 70 ed oggi fa riferimento al “potere” economico in relazione ai tassi di cambio, ossia in relazione ad altre realtà di valuta, come ad esempio l’euro o la sterlina.
In Italia, così come nel resto d’Europa il tasso di cambio più seguito è quindi euro dollaro, vale a dire il confronto diretto tra la valuta statunitense e quella comunitaria, che viene utilizzata come “base”. Il valore infatti indica la quantità necessaria di valore in dollari per ottenere lo stesso potere di 1 euro.
Ad oggi il valore è di 1,07 $, piuttosto al ribasso, condizione che vede una minore differenza tra le due valute e quindi un dollaro “forte”, nonostante l’inflazione interna degli Stati Uniti che però attraverso la banca nazionale stanno comunque adoperando delle manovre finanziarie che tengono il valore “alto”: questo rende meno remunerative le potenzialità di altre valute quindi le risorse “convertite” da dollaro ad euro o viceversa vanno ad avvantaggiare il compratore che fa ricorso alla moneta statunitense, di contro è maggiormente utile per chi fa ricorso ad investimenti con il dollaro ad esempio chi fa trading di criptovalute.
In linea di massima il dollaro “forte” è una non buonissima notizia per il nostro paese perchè non permette di vendere risorse in euro in modo molto conveniente.