E’ allerta massima per le borse europee: ecco il parere dell’esperto

La situazione finanziaria che stiamo vivendo attualmente, non fa di certo ben sperare. Il mese di Marzo è stato quello che più di tutto ha messo alla prova l’economia europea e mondiale e non sembra affatto che si sia trattato solo di una piccola parentesi. Per comprendere quanto sta accadendo, tuttavia, è necessario iniziare da una ventina di giorni fa, quando nella giornata del 10 Marzo, la Silicon Valley Bank, una grandissima banca statunitense, ha dovuto dichiarare fallimento.

Il crollo delle banche

Anzitutto la versione dei fatti ci dà tutte le carte in mano per farci capire che non si tratta di un crollo qualunque, ma di quello che è stato etichettato come “il fallimento più rapido degli Stati Uniti”. A far maturare questa deduzione è stato il fatto che un solo giorno prima, la banca si era dichiarata perfettamente in salute ed in solide e stabili situazioni finanziarie. Il fallimento, infatti, è stato provocato da un’improvvisa ed inarrestabile corsa ai depositi a causa dei continui aumenti dei tassi di interesse dalla Federal Reserve, la Banca Centrale degli Stati Uniti. Per tale ragione, la banca statunitense è stata costretta a dichiarare fallimento per insolvenza. 

Tuttavia la crisi verificatasi negli Stati Uniti non è rimasta circoscritta oltre oceano, e pochi giorni dopo anche un’altra importantissima banca svizzera si è trovata nella stessa situazione; si tratta della Credit Suisse, una delle principali banche elvetiche che, malgrado abbia avuto un crollo significativo, ha potuto evitare di dichiarare fallimento grazie all’acquisto immediato da parte di Ubs, la sua principale avversaria che, nella sera del 19 Marzo, ha acquistato le sue azioni per un totale di “soli” 3,25 Miliardi di Dollari, cifra che fino a qualche giorno prima era più elevata del doppio. In questo modo, però, il disastro è stato scampato e quella attuata da Ubs si è rivelata una vera e propria operazione di salvataggio per preservare la stabilità dell’economia mondiale.

La situazione in borsa

Malgrado ci fossero gli estremi per esordire con “tutto è bene quel che finisce bene”, l’intera situazione non è di certo passata inosservata alle borse europee che hanno avuto importanti ripercussioni con oscillazioni per nulla insignificanti. A spiegare il fenomeno ci ha pensato un’esperta in materia, Elena Carletti docente di finanza presso la Bocconi di Milano, la quale ci ha tenuto a specificare che tutte le flessioni che la borsa ha totalizzato sono del tutto normali, si è trattato di giorni di grande stress per cui è necessario lasciare ai mercati il tempo di “digerire le informazioni” e lasciare che tutto ritorni alla norma da sé. Per questa ragione, la docente ha specificato anche che “non si escludono ulteriori sbalzi nei prossimi giorni” proprio perchè quanto accaduto non è esattamente una cosa da nulla, si tratta, infatti, dei fattori di crisi più incidenti dall’anno 2008.