Il limone corrisponde ad una delle forme di agrumi maggiormente riconoscibili ed amate in senso assoluto, un vero protagonista della dieta mediterranea nonchè rappresentante della cultura europea, ed ancor più precisamente, del nostro paese. Il Sud nello specifico viene considerato il luogo ideale di crescita dei limoni, anche se nativamente l’agrume conosciuto come Citrus Limon, parte della famiglia delle Rutaceae, ha una provenienza molto più lontana, quasi sicuramente deriva dai primi incroci concepiti nell’estremo Oriente. Concimare un limone costituisce una vera e propria necessità sia per i piccoli coltivatori, così come per chi fa della coltivazione dei limoni un vero e proprio mestiere.
Concimazione ed irrigazione costituiscono un elemento fondamentale per ogni pianta tradizionale, ma in particolare per gli agrumi, tra i frutti maggiormente polivalenti ed in senso assoluto, tra quelli più apprezzati anche in ambiti non prettamente alimentari.
Limone, storia e diffusione di un agrume amatissimo
E’ una pianta ibrida, come quasi tutti gli agrumi moderni che corrispondono tutti a due “progenitori”, nel caso specifico del limone si tratta dell’arancio amaro e il cedro che attraverso vari incroci nel corso dei secoli, hanno costituito quella che per anni è stata utilizzata anche come pianta ornamenetale.
Quasi sicuramente il limone ha una provenienza cinese, ma fin dall’antichità ha trovato una diffusione costante lungo tutto il contesto territoriale del medio Oriente, dove è stato quasi immediatamente apprezzato come disinfettante, così come per curare i reumatismi o come tonico. Greci e Romani ne apprezzarono anche la condizione di condimento alimentare, anche se la coltivazione di questo agrume nel nostro paese non è divenuta la normalità almeno fino al medioevo, sono stati probabilmente gli arabi ad introddurre le coltivazioni nel sud Italia, in particolare in Sicilia, luogo che ancora oggi viene legato alla produzione di agrumi, che costituiscono anche la base delle granite, sorbetti ma anche di liquori caratteristici del Mezzogiorno come il famoso Limoncello.
Il limone è anche indispensabile per tantissimi profumi, oli essenziali ed aromi di vario tipo, che trovano applicazione in gran parte del mondo e che riportano spesso elementi che seppur non direettamente sono correlati alla cultura italiana.
L’albero di limoni è una pianta decisamente alta, robusta, che necessita di quantità di sole importanti, e di un terreno piuttosto ricco di nutrienti, ma anche coltivare qualcosa di simile nel nostro giardino non è affatto qualcosa di difficile. Per forza di cose più è grande una pianta, maggior sarà l’apporto nutritivo da dedicarle, a partiree dalla semina fino alla concimazione ed alla raccolta.
Come concimare un limone: ecco il trucco del giardiniere
Trattandosi di una pianta adattiva ed abituata al clima mediterraneo, è facile trovarne anche in giro, presso contesti urbani, ma molti hanno difficoltà a far crescere i frutti, che sono ovviamente il principale motivo per cui questa pianta viene così apprezzata e coltivata.
Il processo cambia sensibilmente dalla condizione di habitat ma anche se la pianta si trova in vaso o in giardino: nel primo caso è impossibile aspettarsi una crescita strutturale della pianta così rilevante, allo stesso tempo è abbastanza complicato far crescere frutti se non si procede in un’opera specifica di collaborazione tra le due fasi.
Il limone in vaso necessita di una concimazione “legata” all’irrigazione, in modo specifico durante la stagione estiva, circa 2 volte al mese bisogna corrispondere all’acqua utilizzata per nutrire la pianta una quantità di concime miscelato alla stessa, quasi sempre è sufficiente il comune letame animale, ma anche un compost naturale, quindi conferito da diversi scarti alimentari organici, ma ne esistono molti di ottima qualità che possono essere utilizzati, sia specifici per gli agrumi ma anche qualsiasi composizione sufficientemente ricca di azoto e potassio, oltre che di fosforo (seppur in quantità minore). Il concime è essenziale per aiutare la pianta a concepire i frutti i senso generale. Uno dei principali problemi legati alla concimazione del limone è trovare quello giusto, molti coltivatori fanno ricorso a concimi maggiormente diretti, definiti a lenta cessione, che sono però un po’ più costosi e più adatti alla coltivazione in campo aperto, che vanno piazzati direttamente sul terriccio, in corrispondenza delle radici della pianta stessa.
I più tradizionalisti però fanno ricorso ad un piccolo trucco, che prevede l’utilizzo di lupini sminuzzati in quantità non eccessive (un paio di cucchiai sono sufficienti, almeno una volta al mese, da piazzare sotto il primo strato di terriccio) in quanto questi elementi forniscono alla pianta un compendio decisamente importante di nutrienti, che sono rilasciati in maniera graduale.
Discorso sensibilmente diverso per le piante coltivate all’aperto, come detto queste piante necessitano di un terreno sufficientemente ricco di sali minerali, uno medio di azoto, ed una quantità moderata di fosforo, ma deve essere anche mediamente drenante, in quanto è una variante vegetale che non tollera i ristagni nell’area delle radici.
L’ideale sarebbe quello di sottoporre uno strato di letame animale durante e poco dopo l’impiantamento della pianta di limone del terreno, operazione che viene solitamente effettuata in autunno, così da permettere il primo radicamento, anche se è assolutamente importante non far entrare a contatto il concime con le radici in quanto questo potrebbe provocare infezioni alla pianta (il concime iniziale va applicato una trentina di centimetri al di sotto del terreno o poco più).
La quantità adatta viene calcolata al metro quadro, all’aperto il limone necessita di almeno 70 grammi per ogni metro quadro ma si può eccedere anche oltre i 100 grammi per la stessa area.
In tutti i casi è necessario provvedere con delle innaffiature non troppo frequenti ma “giuste” in relazione alla condizione di temperatura e quindi ambientale: la pianta del limone resta particolarmente a proprio agio nel compendio di temperatura tra i 12 ed i 38 gradi, per questo tende a fiorire e sviluppare i caratteristici frutti in modo specifico a partire dalla primavera fino all’estate (anche se molto cambia a seconda della quantità di sole che può percepire). Sotto queste temperature la pianta può sopravvivere ma non per lunghi periodi e soprattutto il processo di crescita tende ad arrestarsi o comunque a rallentare in modo importante.
Il terreno deve mantenersi sufficientemente umido in particolare durante le giornate più calde.