Catastrofe Ho Mobile, con un data gate che sicuramente impatta pesantemente sugli utenti (ma anche ex-utenti) del gestore low cost. I dati di 2,5 milioni di utenti ho. sono a rischio? Purtroppo sì, ora che è arrivata anche la risposta ufficiale dell’operatore virtuale di Vodafone. Come mai i dati online dei clienti Ho Mobile sono così interessanti per gli hacker? Nelle scorse ore Ho Mobile è stata suo malgrado costretta a confermare la violazione dei propri sistemi. Una brutta, bruttissima notizia per il gestore. Gli ultimi aggiornamenti da 4fan.info, ve lo ricordiamo, li trovate sempre sul CANALE TELEGRAM.
HO MOBILE HACKERATA
40 cent di euro: ecco il prezzo minimo dei vostri dati personali nel Dark Web. Per questo motivo faccende come quella di poche ore fa, riguardante ho. mobile, devono far riflettere.
Cos’è successo? I primi titoli indicavano l’operatore low-cost di Vodafone come “a rischio”: il problema riguarda i dati di 2,5 milioni di utenti. Ma cosa c’è di vero? I dati sensibili dei clienti di ho. mobile sono davvero a rischio?
Andiamo con ordine: Bank Security lancia l’allarme su Twitter la sera del 28 dicembre 2020, affermando che i 2.500.000 dati degli utenti ho. sono attualmente in vendita in rete. Parliamo di informazioni come numero di telefono, codice identificativo SIM (ICCID), indirizzo, codice fiscale, e-mail, nome e cognome, eccetera.
Attenzione però: questa segnalazione è ufficiale, ma si riferisce al controllo casuale avvenuto sui dati di 10 clienti, tutti identificati come oggetto della vendita d’informazioni private. E per gli altri 2.499.990 di utenti ho.?
HO MOBILE HACKERATA: LA RISPOSTA UFFICIALE
Ormai purtroppo è chiaro e ufficiale: tutti i clienti ho. sono potenziali oggetti di future truffe informatiche: l’obiettivo principale degli hacker moderni è lo swap SIM, cioè la presa sotto controllo della SIM originale del cliente, che ormai fa da tramite anche per l’autenticazione a due fattori di numerosi servizi online, come quelli bancari. E il rischio vale anche per gli ex utenti ho.
C’è però una risposta ufficiale dell’operatore sulla questione, che non si è certo fatta attendere: il 29 dicembre 2020 in una prima nota escludeva ingressi illeciti nei server, senza specificare se ciò vale anche per l’Abramo Customer Care. Quest’ultima è un’azienda esterna con sede a Crotone che collabora nella gestione del Servizio Clienti ho. Nelle scorse ore invece Ho di Vodafone ha dovuto confermare che l’attacco è effettivamente avvenuto ed ha avuto successo.
Un consiglio: recatevi sulla pagina ufficiale ho.mobile seguendo questo link per individuare la casella postale o il numero verde dell’Abramo Customer Care, a cui richiedere conferme sull’utilizzo dei dati personali.
HO MOBILE E GLI ILLECITI NEL DARK WEB
Come avrete intuito dalle nostre premesse, il Dark Web è zona fertile per vari illeciti, compresa la compravendita di dati sensibili illegittimamente detenuti da malintenzionati.
Lo scambio avviene (dietro pagamento) nei dark market specializzati, realtà difficilmente individuabili che nascono e muoiono continuamente in seguito agli interventi delle forze dell’ordine.
Ma quali dati vengono venduti nel dark web? A che prezzo? Una ricerca di Kaspersky stila un listino prezzi che va da 42 cent per i dati anagrafici completi (nome, codice fiscale, data di nascita, email, numero di cellulare) ai 418 euro per quelli di account PayPal.
Ricordate che agli hacker interessano anche:
- dati carta di credito
- scansioni di patente e passaporto
- servizi in abbonamento
- selfie con i documenti
- cartelle cliniche
- conto corrente bancario
La consapevolezza del problema legato alla diffusione non autorizzata e alla vendita dei dati personali in Italia molto scarsa: ben il 43% dei millennials non pensa di essere interessante per i criminali informatici, mentre le ricerche e le vicende come quella di ho.mobile dimostrano che non è così.
Gli utenti Ho Mobile devono cambiare sim?
I clienti ho.Mobile potrebbero essere nelle prossime ore invitati addirittura a cambiare sim. La sostituzione, come riporta La Repubblica, sarà resa gratuita dalla compagnia. Si tratta a nostra memoria del più grave ed esteso attacco recente nel mondo della telefonia.
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