Il canone Rai è una tassa dalle origini molto antiche, essa, infatti, nacque nel lontano 1938 quando ancora non si erano nemmeno diffuse le televisioni. In quel periodo, infatti, esso non era altro che un abbonamento sottoscrivere in maniera facoltativa per l’accesso all’ascolto di alcuni canali radio privati. Successivamente, con l’avvento delle televisioni e l’approccio assai positivo dei cittadini a questa novità, si diffuse una vera e propria cultura, quella di riunirsi la sera a guardare tutti insieme le trasmissioni Rai. Fu proprio a questo punto che ai vertici decisero di prendere la balla al balzo e di traslare quello che era un abbonamento radio e portarlo alla tv, trasformandolo, in seguito, in una vera e propria imposta statale.
La prima cosa che iniziò a variare crescendo esponenzialmente, fu il prezzo. La quota, che era sempre stata di 8 Lire annuali, cominciò a lievitare sempre di più, fino a quando anche a causa del passaggio alla nuova moneta, arrivò alla cifra di 110€. Questa, è la somma più alta mai raggiunta, poiché nel 2016, per disincentivare al massimo gli alti livelli di evasione, l’allora premier Matteo Renzi decise non solo di abbassare il costo della tassa, ma persino di cambiare il metodo di pagamento. Da quell’anno, infatti, anziché pagare il canone mediante il bollettino postale, lo facciamo tramite addebito automatico alla fattura della nostra compagnia elettrica. Per di più, l’importo è stato anche rateizzato a 9€ mensili che, grazie al ribasso, paghiamo solo per 10 mesi l’anno.
Non è detto, nonostante ciò, che non vi siano coloro che decidono di non pagare il canone che, proprio per l’evasione che totalizzava, fu appellato come “la tassa più odiata dagli italiani“. Pare, infatti, che a molti cittadini proprio non vada giù il fatto che si tratti di un’imposta sul possesso di una televisione, e non sulla visione dei contenuti come parecchi pensano. Tuttavia il mancato pagamento, a cui si può arrivare solo tramite una richiesta di esenzione, comporta di certo una bella sanzione, anche perché per ottenere l’esonero si deve obbligatoriamente appartenere ad una delle poche categorie aventi diritto. Nel caso in cui così non fosse, invece, non solo verrete multati con una sanzione che parte da 540€, ma in più verrete anche accusati di truffa ai danni dello Stato e sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate ad effettuare dei controlli su di voi, la vostra persona e la vostra situazione economica attraverso spostamenti, versamenti e prelievi di denaro.
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