La storia della lira italiana è stata praticamente monopolizzata dalle monete e dalle banconote che abbiamo imparato a conoscere molto bene. Tra le emissioni più conosciute “spiccano” sicuramente le 1000 lire, sviluppate in modo particolare in formato cartaceo, formato monetario che maggiormente ha contraddistinto la lira fino a pochi anni dalla dismissione della stessa.
1000 Lire: storia e curiosità
La storia della 1000 lire corrisponde un po’ a quella dell’intera valuta, in quanto la lira è stata concepita molto tempo prima dell’Unità d’Italia, ossia dell’Italia intesa come nazione unificata, e la primissima forma di documento finanziario definibile come “1000 lire” risale alla metà del Settecento, concepita dal Regno di Sardegna sotto il regno di Carlo Emanuele III.
Non si trattava di una banconota intesa come la comprendiamo oggi quanto piuttosto di una forma di biglietto di banca ma anche di obbligazione. Le prime 1000 lire in formato cartaceo del Regno d’Italia risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, dapprima sviluppata dalla Banca Nazionale e poi dalla Banca d’Italia.
La 1000 lire è entrata anche nell’immaginario comune per una questione “culturale”, in quanto ha evidenziato l’enorme perdita di potere d’acquisto che il nostro paese ha paventato nel corso di tutto il Novecento: la canzone “1000 lire al mese” Gilberto Mazzi, nel 1939 che cantava proprio di un potere d’acquisto molto elevato di 1000 lire, come una “somma da sogno”, in quanto uno stipendio dell’epoca era mediamente molto inferiore a questa cifra.
1000 Lire di carta
La prima, vera, banconota da 1000 lire risale al dicembre 1897, conosciuta come Grande M per via della raffigurazione di una M di “Millee” disposta in maniera ben evidente su uno dei due elati.
Disegnata da Rinaldo Barbetti, un artista senese, che contribuì a realizzare il bozzetto che è stato mantenuto con alcune differenze estetiche fino alla tutta la prima metà del Novecento, prima di essere considerabili “fuori corso” a partire dal 1953.
Nel frattempo a partire dagli anni 30 del Novecento la Banca d’Italia aveva già iniziato a distribuire la seconda banconota di tale valore, nota come Regine del Mare, nome che deriva dalla rappresentazione di 3 figure allegoriche, riferimnto ad una scultura che simboleggia , dell’Industria, l’Agricoltura e il Commercio. Questa rapprsentazione è stata maggiormente apprezzata rispetto alla Grande M, ed è stata stampata e diffusa fino al 1943.
Con l’armistizio con le forze Alleate datato settembre del 1943, la Banca d’Italia perse la sovranità monetaria, e con l’occupazione del nostro paese da parte delle forze alleate queste istituirono una forma di moneta di occupazione, le cosiddette AM-Lire, “scambiabili” con il dollaro statunitense, che vedevano proprio nella 1000 lire il valore massimo, utilizzate fino al dopoguerra.
Nel 1947 la neonata repubblica italiana sviluppò una nuova versione, l’Italia ornata di perle, stampata in buon numero fino all’inizio degli anni 60 in due versioni, “Testina d’Italia” e “Medusa”. Il nome della raffigurazione era la testa dell’Italia, ripresa da una delle tre grazie della Primavera di Botticelli.
A partire dagli anni 60 fino agli anni 80 sono state diffuse due tipologie di banconote da 1000 lire, entrambe con il volto di Giuseppe Verdi, in due distinte versioni, dall’aspetto e dalla carta filigranata diverso, la prima conosciuta come 1° tipo, realizzata su carta bianca, dal 1962 al 1969, mentre la seconda conosciuta semplicemente come 2° tipo presenta una carta filigranata di colore beige, diffusa dal 1969 al 1981.
Nel corso degli anni 80 queste varianti sono state sostituite dalla versione Marco Polo, di dimensioni minori e dal potere d’acquisto ridotto a causa della pesante inflazione che ha condizionato il nostro paese nelle ultime decadi del Novecento. Questa versione è stata impiegata fino al 1995, ma già nel 1990, realizzata fino alla fine del secolo, è stata stampata forse la più famosa in senso assoluto, la 1000 lire Montessori, nonchè l’ultima sviluppata in formato cartaceo della storia italiana.
1000 Lire con Maria Montessori
Partendo proprio da questo esemplare, che è probabilmente il più famoso in assoluto, è stato stampato in circa 2 miliardi di esemplari, dal 1990 al 1998, mentre fino al 2001 nelle versioni sostituitve (si tratta degli esemplari riconoscibili per la presenza di una X all’inizio del seriale).
L’emissione è dedicata a Maria Montessori, scienziata, dottoressa ed educatrice che tra il 19° ed il 20° secolo ha completamente cambiato il modo didattico di bambini e ragazzi con il metodo che ancora oggi porta il suo nome. Il volto di Maria Montessori anziana è ben riconoscibile sul lato destro del “dritto” della banconota, mentre sull’altro lato è present una parte del quadro di Spadini deel 1924, Bambini allo Studio, proprio a rimarcare il valore simbolico “didattico” dell’emissione.
Il valore medio di una Montessori è di alcune decine di euro, mentre le sostitutive, concepite in numero limitato per sostituire per l’appunto gli esemplari oramai rovinati, sono più interessanti come le banconote che iniziano per XA A, XB A, XC A, XD A, dotatevalore massimo di 200-210 euro se in condizioni fior di stampa mentre è pari a “solo” 100-110 euro.
1000 Lire con Giuseppe Verdi
Più “longeve” ma comunque interessanti le due tipologie di 1000 lire con Giuseppe Verdi, come accennato, in due distinte versioni. Giuseppe Verdi è stato uno dei compositori più talentuosi ed importanti in senso generale, nonchè uno dei più influenti di tutto il 19° secolo, influenzando parecchio anche il contesto del Risorgimento.
La prima emissione, diffusa negli anni 60, è riconoscibile dalla carta bianca utilizzata come “base” e dai disegni semplici rispetto alla seconda versione. Si tratta del formato più raro tra i due e quello che sensibilmente vale di più, se in buono stato.
Se il seriale (diviso in due parti, collocato in alto) è compreso tra A42 ed L43 il valore è molto variabile, aggirandosi dai 20 fino a 350 euro, a seconda delle condizioni della banconota. Molto interessanti anche le sostitutive, riconoscibili per la prima lettera del seriale che è sempre una X o Z, in questo caso il valore è sensibilmente maggiore, corrispondente ad una “forbice” da 30 ai 350 euro, le Z08, Z09, Z10, X14 che hanno un valore tra 450 e i 750 euro, se in condizioni Fior di Stampa.
Meno rare le 2° tipo, riconoscibili per una struttura estetica differente e più “complessa”, realizzate dal 1969 al 1981. In questo caso il valore per un esemplare “standard” non è così elevato in quanto non sono ancora considerabili tutte rare, le più interessanti sono anche in questo caso le sostitutive. Le Verdi 2° tipo più interessanti sono quelle che presentano un seriale che inizia per XA E, XA F ed XA C, che hanno un valore collocato tra i 150 ed i 600 euro se in Fior di Stampa mentre una XA che termina con M può valere dai 50 ai 200 euro, se finisce con G o H, può far guadagnare oltre 200 euro.
1000 Lire con Marco Polo
Dopo un anno, nel 1982, il nostro paese ha concepito la penultima emissione cartacea di questo formato monetario, oramai derubricato a “taglio minore” con la crisi della lira, che proprio in quel periodo ha visto un numero importante di nuove raffigurazioni di banconota.
Marco Polo è ovviamente il “protagonista” di questa emissione, con il volto del celebre esploratore veneziano, noto per i viaggi verso l’estremo Oriente, che sarebbero stati poi ripresi nel popolare Il Milione. La parte posteriore evidenzia uno scorcio del Palazzo Ducale di Venezia rappresentato in verticale oltre ad uno stile di “stoffa” di tipo veneziano.
Stampata per oltre un decennio in un totale di 2.148.000.000 esemplari, la 1000 lire Marco Polo è un altro esemplare collezionisticamente molto interessante, anche se non è così raro, in quanto alcune banconote sono ancora esistenti seppur non sempre in buono stato.
Una 1000 lire Marco Polo può valere da 5 a 50 euro a seconda delle condizioni mentre anche in questo caso sono le sostitutive le più interessanti, in particolare quelle che iniziano per
XA, XB, XC e XD che possono valere fino a 200 euro, se in condizioni Fior di Stampa. Meno rare le XF,, che possono valere dai 30 ai 120 euro a seconda delle condizioni di conservazione, mentre le più rare del gruppo sono le XF, che rappresentano la serie maggiormente remunerativa di questo tipo di banconota, visto che può essere venduta anche a 250 euro se in stato Fior di Stampa.
1000 Lire con confini sbagliati
L’ultima in ordine di tempo tra le 1000 lire ha avuto un formato metallico, dall’aspetto simile a quella di una moderna moneta da 1 euro. Costituita per l’appunto da due distinte leghe metalliche (esternamente in bronzital, internamente in cupronichel) la 1000 lire Moneta è stata realizzata per pochi anni, dal 1997 al 2001 e viene ricordata anche per i diversi errori in fase di rappresentazione dell’Europa.
La prima serie infatti presenta una raffigurazione della Germania ancora divisa, anche se al momento dello sviluppo la nazione tedesca era già stata unificata nuovamente. La Zecca non ha mai ritirato queste monete ma ha modificato la Germania nella seconda serie, che però non è comunque esente da difetti come la posizione errata della Danimarca e l’Istria rimasta entro i confini italiani.
Dal punto di vista dello stile è stata comunque importante in quanto ha anticipato la raffigurazione europea ripresa poi con lo sviluppo dell’euro, iniziato poco dopo la dismissione della 1000 lire moneta. In condizioni Fior di Conio, una moneta da 1000 lire con i “confini sbagliati” del 1997 vale fino a 15 euro, una del 1999 è quotato sui 18€, un pezzo del 2000 vale 15€ mentre un pezzo del 2001 può valere sino a 10€. Valori non altissimi quindi ma comunque da non disprezzare.