Pensione anticipata, chi potrà andarci nel 2023? Ecco la risposta

Il contesto legato alle pensioni in Italia costituisce da sempre qualcosa di problematico, fattore che non permette di essere risolto in maniera univoca e completa ma solo “ridotto”, in quanto corrisponde ad una serie di fattori molto diversi e difficili da risolvere. La pensione anticipata risulta essere un termine generico utilizzato anche in ambito ufficiale dallo stato italiano per avere accesso alla pensione di lavoro in modo anticipato rispetto all’età pensionabile, che è sempre più alta. Ma chi può avere accesso alla pensione anticipata nel 2023?

Pensione anticipata, chi potrà andarci nel 2023? Ecco la risposta

Resta la possibilità di andare in pensione attraverso il sistema tradizionale, ottenibile a con 67 anni di età anagrafica ed almeno 20 di contributi.

Alternativamente è stata confermata la possibilità di un sistema misto, ereditato da Quota 100 e quota 102, ossia la pensione Quota 103 che può essere erogata a condizione che il suo valore lordo mensile non superi di cinque volte il trattamento minimo pari a 2.850 euro lordi al mese. In questo caso bisogna raggiungere la quota contributiva di 41 anni e di 62 anni di età anagrafica.

Resta il sistema della “finestra mobile” per chi fa ricorso a Quota 103, ossia un lasso di tempo variabile tra l’accettazione della domanda di pensione e la prima erogazione, pari a  3 mesi, per i lavoratori del settore privato o  6 mesi, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Confermata, con delle modifiche Opzione Donna, chiamata oggi anche Regime donna, una forma di prepensionamento per le lavoratrici sia autonome che dipendenti che hanno  60 anni di età e 35 anni di contributi.

Il requisito anagrafico si riduce a 59 anni con un figlio e a 58 anni per due o più figli oppure in virtù di condizioni particolari come un’invalidità pari ad almeno il 74 %, oppure se svolgono il ruolo di caregiver da almeno 6 mesi dalla richiesta della pensione. Per le lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende in crisi è sufficiente un’età di 58 anni a prescindere dal numero di figli.