Una delle forme d’investimento più riconosciute dagli italiani è quella del BTP: Buoni del Tesoro Poliennale; ma non tutti sanno con esattezza di cosa si tratta, per cui nelle prossime righe proveremo a rendere questo concetto più semplice anche gli occhi di chi non è un investitore esperto.
Buoni del tesoro poliennale: che cosa sono?
Iniziamo dal mettere a punto il fatto che ogni nazione ha le sue spese: dipendenti pubblici, assistenza sociale, infrastrutture e chi più ne ha più ne metta. Queste spese, in particolare, sono in parte pagate dai contribuenti: le terribili “tasse” che chiameremo con il termine tecnico di “gettito fiscale“, ma attenzione, solo in parte; un’altra entrata infatti si ricava grazie a delle obbligazioni, i famosi “Titoli di Stato” che sono solitamente acquistate da comuni cittadini investitori in forma di investimento. In Italia ad esempio ci sono tre tipi di obbligazioni:
I BOT, (ovvero buoni ordinari del tesoro) ovvero titoli a breve termine che non forniscono nessuna cedola e che al termine della durata restituiscono all’investitore semplicemente una somma maggiore rispetto a quella investita; i CTZ (ovvero certificati del tesoro Zero-coupon) che funzionano allo stesso modo dei BOT (per questo si prendono il nome di Zero coupon, perchè non offrono nessuna cedola) ma con una durata fissa pari a due anni; ed infine i BTP, che, al contrario dei titoli precedenti non solo ricompensano al saldo l’investitore con una cifra maggiore di quella quella di emissione, ma in più staccano una cedola semestrale il cui valore si conosce già al momento stesso della sottoscrizione.
Ed è proprio la presenza di questa cedola fissa ogni sei mesi, che prende appunto il nome di “cedolare secca”, che i BTP sono spesso la scelta più selezionata per un gran numero di investitori, specialmente per quelli che hanno la necessità di riscuotere spesso un guadagno anzichè lasciare un capitale immobilizzato fino alla fine del contratto. In prodotti di investimento di breve durata come i BOT o i CTZ potrebbe effettivamente non essere di rilevante importanza, tuttavia alcuni BTP possono durare anche 50 anni ed in quel caso la differenza è decisamente palpabile.
Proprio per la loro incredibile durata, anche il tasso di rendimento netto del BTP varia parecchio, per cui il guadagno cambia notevolmente non solo per quanto riguarda il tasso di interesse, ma anche in merito alla cedolare secca. Tutto sommato, il rendimento generale netto che si offre attualmente in BTP che vanno dai 12 ai 48 anni parte dal 4,21% ed arriva al 4,75.