A cosa fa male l’aglio? Ecco tutte le controindicazioni

L’aglio possiede molteplici proprietà curative, tuttavia però c’è da tener presente un’accortezza: se si desidera utilizzarlo come antibiotico bisogna considerare il fatto che esso perde molte delle sue proprietà durante la cottura, quindi sarebbe il caso di evitare di sottoporlo a temperature troppo elevate e/o a cotture prolungate.

L’aglio, a parte quei casi di allergie o di intolleranze individuali, non comporta grossissimi effetti collaterali ma è bene precisare che un uso continuativo può portare odorizzazione dell’alito e della pelle infatti la sua controindicazione più nota è sicuramente proprio la pesantezza dell’alito, dovuta proprio alla liberazione dell’ allicina. A dosi elevate l’aglio può portare a gastriti, nausea, vomito e diarrea (per effetto dell’aumento della produzione di acido cloridrico), quindi è controindicato in soggetti affetti da ulcera peptica e gastrite.

Per ridurre l’alitosi si può masticare un chicco di caffè dopo il pasto, mangiare una mela dato che aiuta a rinfrescare la bocca, eliminare la parte più interna dell’aglio, mangiarlo tritato e usarlo come insaporitore insieme a delle erbe aromatiche e a dell’olio extravergine.

Gli estratti di aglio presentano anche diverse interazioni farmacologiche e quindi i soggetti che intendono assumere tale prodotto come terapia devono porre davvero molta cautela e soprattutto chiedere consiglio al proprio medico di base o al farmacista.

Comunque sia, affinché si manifesti l’effetto terapeutico desiderato, è da tenere presente che le dosi sono fondamentali, e che in caso di dosaggi sostenuti è consigliata l’assunzione nel corso delle 24 ore al fine di non irritare lo stomaco. A scopo terapeutico viene consigliata l’assunzione di circa 4 g al giorno di bulbi freschi, che apportano circa 40mg di alliina, dalla quale si liberano 20mg di allicina.

Ultima cosa, ma non per importanza è la seguente: si sente spesso dire che l’aglio sia sconsigliato in gravidanza e in allattamento anche se, secondo gli esperti, non sarebbe un alimento da evitare. Tutto questo perché se la mamma consuma l’aglio durante la gravidanza e, poi, durante l’allattamento, il bambino sarebbe più propenso a mangiarlo in futuro in quanto già abituato a quel sapore.

Luca Lisuzzo

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