E’ stato trovato un vecchio libretto postale di risparmio datato 1949 che da tempo non veniva più considerato di valore, in quanto definito «dormiente». Già alcuni anni fa un pensionato di Casoni di Luzzara, è tornato alla carica per ottenere il «cambio» in valuta attuale del deposito di ben 600 lire del lontano 1949. Si tratta di una somma che, tra interessi e rivalutazioni, diventa davvero molto ingente, se si considera che 500 lire depositate nel 1946 ora corrispondono a circa 300 mila euro.
E ora, di fronte alla notizia che è stata pubblicata nelle pagine nazionali di un noto giornale che riguarda una ultracentenaria romana che intende far valere il libretto bancario che era stato lasciato dal padre quasi 70 anni prima, anche il pensionato in questione aveva ripreso coraggio e si è detto pronto a farsi dare ciò che gli spettava.
Questo signore già parecchio tempo prima, al ritrovamento casuale del libretto, aveva tentato di avere i suoi quattrini, alle Poste di Montanara di Mantova, ovvero dove il libretto era «nato» e ciò che gli ero stato detto era che quel documento non valeva nulla in quanto era scaduto. Lui si era quasi rassegnato ma dopo, anche in virtù di una nuova legge del 2010 a tutela dei consumatori e degli utenti, ha voluto tentare di nuovo di farsi accreditare quello gli che mi spettava.
L’intenzione era ovviamente quella di rivolgersi agli avvocati di Tivoli che già si stavano occupando di altri simili situazioni ma per questo signor era ormai diventata una questione di principio dato che quei soldi gli spettavano ed era anche sua intenzione destinare metà del risarcimento, qualora l’avesse ricevuto, in beneficenza.
Casi come questo appena raccontato, purtroppo, in Italia ne esistono parecchi e a tal proposito citiamo il caso di Alessandria dove è stato trovato un libretto bancario aperto 50 anni fa con soli 1.500 lire che oggi vale ben 400 mila euro. Mentre ad Agrigento le settemila lire depositate nel 1947 da un alto ufficiale dell’Esercito sono diventate ora oltre un milione e mezzo di euro.