Se anche voi pensate di non saperne abbastanza riguardo il canone Rai, oggi vi proponiamo un piccolo excursus sulle sue origini, la storia e l’evoluzione di questa tassa fino ai giorni nostri; date un’occhiata alle prossime righe.
Anzitutto iniziamo col dire che ebbe origine nel 1938 quando ancora, almeno in Italia, le televisioni non si erano ancora diffuse. Allora, infatti, si trattava di un semplice abbonamento facoltativo da sottoscrivere per riservarsi l’ascolto di alcuni canali radio che erano privati, e la quota annuale per accedere a questi contenuti era di sole 8 Lire. Sebbene ancora non fosse una tassa effettiva e si trattasse di un abbonamento, possiamo dire che quello fu il costo di partenza effettivo del canone odierno. Con il passare degli anni, poi, l’arrivo degli apparecchi televisivi invase anche la nostra nazione, e si diffuse la cultura di riunirsi tutti insieme la sera, per guardare le trasmissioni che giravano allora.
Fu proprio su questa cultura che la tassa prese vita, poichè possedere una televisione era un lusso, per cui tutti coloro che ne erano in possesso, iniziarono a pagare la rata che di lì in avanti lievitò a tal punto da arrivare a costare 110€ l’anno. Questa cifra, però, per nostra fortuna rimase tale fino al 20126, anno in cui il premier di allora decise non solo di abbassare il prezzo, ma anche di rateizzare l’importo e cambiare il metodo di pagamento. Fino a quell’anno, infatti, il pagamento avveniva tramite bollettino postale, solo che questa pratica, purtroppo, si rivelava assai facile da raggirare, dunque i livelli di evasione che questo canone registrava erano talmente alti da far si che ben presto questo fu etichettato come “la tassa più odiata dagli italiani”.
Dal 2016 ad oggi, dunque, siamo abituati a pagare l’importo tramite addebito automatico nella nostra fattura energetica, in più il costo, come dicevamo prima, è persino dilazionato in 10 rate da 9€ mensili che, dunque, paghiamo solo fino ad Ottobre. Nonostante tutte le agevolazioni che abbiamo potuto ricevere, c’è ancora qualcuno che riesce a farla franca e non pagare il canone Rai, cosa possibile solo attraverso una richiesta di esenzione per le categorie aventi diritto. Nel caso in cui una delle dichiarazioni nella richiesta non corrispondesse al vero, dunque, si rischia un controllo approfondito da parte dell’Agenzia delle Entrate ed una multa pari a 540€, 6 volte tanto la cifra inziale. A tutto ciò, si somma anche il fatto che dichiarando il falso potrebbero essere mosse accuse di truffa ai danni dello Stato, per cui la cosa migliore da fare, è sempre pagare le tasse.
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