Anche se a molti può apparir come strano, il Canone Rai non costituisce una realtà inerente e nata alla prima diffusione della TV, ma una forma di tassa sul possesso si beni di consumo come la radio era stata messa a punto già negli anni 30, ed è stata poi modificata in alcuni punti con la prima Repubblica, mossa che in realtà non ha mai sostituito il procedimento del 1936, che è stato adattato al contesto di prima diffusione della TV. Il Canone Rai è il termine non “corretto” in quanto corrisponde piuttosto alla tassa televisiva in Italia e può essere liberamente considerato uno degli obblighi di pagamento meno “digeriti” dagli italiani, al punto che lo stato da molti anni prevede alcuni casi di esenzione.
Canone Rai, ecco quando scattano i casi di esenzione: “pazzesco”
Questo significa che in particolari situazioni il Canone Rai può non essere legalmente e regolarmente pagato, anche se nella formulazione adottata nel 2016 il pagamento della tassa annuale, corrispondente a 90 euro, viene in automatico “scalata” dal pagamento della fatturazione della bolletta elettrica, l’esenzione va comunque richiesta attraverso una domanda vera e propria.
Questa può essere effettuata attraverso un tradizionale Caf / Patronato, ma anche in maniera autonoma, provvedendo a scaricare i vari diversi moduli direttamente dalla pagina dell’Agenzia delle Entrate predisposta a questo ruolo.
Ma chi può richiedere l’esenzione del Canone Rai? Ecco le categorie:
- gli anziani con più di 75 anni con un reddito inferiore a 8.000 euro;
- i militari delle Forze Armate Italiane: ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno dei militari delle Forze armate oltre ai militari di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato
- Gli agenti diplomatici e consolari: solo per quei Paesi per cui è previsto lo stesso trattamento per i diplomatici italiani;
- i rivenditori ed i negozi che provvedono alla riparazione di TV.
- Chi non è dotato di un apparecchio televisivo presso il proprio domicilio.