Le 100 lire fanno ancora parte di un pezzo di storia del nostro paese, essendo stata una delle forme di moneta più diffuse in senso assoluto. Le 100 corrispondono ad un’emissione comune, dal valore e potere d’acquisto “medio”, largamente utilizzate per tutta la seconda metà del 20° secolo, fino alla dismissione della lira, nel 2002.
Quanto valgono queste 100 lire del 1993? La risposta toglie il fiato
Sicuramente la più famosa resta la 100 lire Minerva, in particolare la Minerva 1° tipo, la più conosciuta e prolifica nel tempo, dal 1954 al 1989. Si tratta della raffigurazione più comune, presente sul lato della moneta. Minerva è la dea della saggezza e della conoscenza dell’Antica Roma e corrisponde ad una forma di divinità “ripresa” da Atena da parte del pantheon greco.
La medesima raffigurazione è stata mantenuta anche per la poco fortunata seconda serie di questa forma di 100 lire, la Minerva 2° tipo, chiamata spesso 100 lire piccola, di ridotte dimensioni, coniata esclusivamente nei primi anni 90, e rapidamente dismessa perchè troppo piccola e scomoda.
L’ultima moneta da 100 lire coniata nel nostro paese è stata invece la 100 lire Italia Turrita, coniata a partire dal 1993 in una nuova lega nota come cupronichelio. In questo caso la moneta è leggermente più piccola della Minerva 1° tipo ma comunque più grande della 2°tipo.
Sul Dritto di questa moneta da cento Lire Italia Turrita è presente una testa di donna turrita, la forma allegorica dell’Italia, che presenta in basso la firma della creatrice Laura Cretara. L’altro lato è dominato dal valore nominale, mentre sono presenti un delfino in basso e un gabbiano in alto.
Coniata in quasi 1 miliardo di esemplari, la raffigurazione dell’Italia Turrita è stata leggermente modificata nel 1993, contribuendo quindi a creare due versioni leggermente differenti, in cui la prima ha la testa leggermente meno grande.
La moneta del 1993 “testa piccola” è la più ricercata in quanto in pochi mesi il nuovo modello ha sostituito il vecchio. La “testa piccola” è quella a sinistra, ed è anche la più rara: il valore massimo per un esemplare ottimamente conservato è di quasi 200 euro.