Il settore degli investimenti in Italia è assai ricco e complesso, e se non si ha un minimo di esperienza e conoscenza del settore, non è sempre semplice capire in che cosa sarebbe più opportuno investire i propri risparmi. Una delle forme di investimento più scelte dagli italiani, ad esempio è quella delle obbligazioni, veri e propri titoli di Stato che la nazione usa per la gestione delle spese pubbliche, oltre al denaro che proviene dalle imposte pagate dai contribuenti ovviamente. Tra i titoli di stato, in particolare, possiamo trovare:
- i BOT, buoni ordinari del tesoro, ovvero prodotti di investimento a breve termine che alla scadenza restituiscono al proprietario una cifra maggiore a quella di emissione;
- I BTP, buoni del tesoro poliennali che oltre ad avere una durata maggiore rispetto al BOT (da 2 a 50 anni) forniscono una cedola di guadagno ogni 6 mesi ed in più ricompensano l’investitore con una cifra più elevata rispetto a quella di emissione;
- Ed infine i CTZ, ovvero certificati zero coupon (e quindi senza cedolare secca) che funzionano esattamente come i BOT ma con una durata fissa pari a soli 2 anni.
In questo articolo, ci concentreremo sul BTP, prodotto di investimento tra i i più scelti soprattutto per la possibilità di riscuotere la cedola con cadenza semestrale. Per chi necessita di un piccolo guadagno periodico ed imprescindibile, questo è il migliore poiché garantisce sempre un minimo di riscossione. Per conoscere a quanto ammonta la cedola che andremo a guadagnare, tuttavia, è necessario conoscere alcuni fattori di rilevante importanza riguardo il buono; vediamo quali.
Cedolare secca: come calcolarne l’importo
- Il primo fattore da considerare è il capitale acquisito, ovvero la cifra esatta al momento dell’acquisizione che può essere solo superiore a 1.000€.
- A seguire c’è il coefficiente di indicizzazione (CI); si tratta di un indice di riferimento di quella che è la vita ed i consumi sostenuti da una famiglia in relazione ai prezzi, può subire una rivalutazione nel caso in cui si verifichi un’inflazione o una deflazione.
- In seguito abbiamo il tasso cedolare minimo garantito, ovvero la somma minima che possiamo aspettarci dalla cedola semestrale ed il tasso cedolare annuale definitivo; ovvero il tasso di interesse annuale al quale è sottoposto il BTP.
- In più abbiamo il premio fedeltà, ovvero una sorta di rendimento riconosciuto a coloro che mantengono il titolo fino al termine senza venderlo prima della scadenza (corrisponde al 4 per mille)
- Ed infine la rivalutazione del capitale che, come dicevamo prima, avviene ogni 6 mesi e dipende dalla situazione economica della nazione.
Con questi dati, infine, abbiamo tutte le carte in regola per calcolare la cedolare secca; in questo caso dovremo dividere per due il tasso annuale definitivo moltiplicandolo poi per il capitale rivalutato.