Sentiamo dire “arance” e subito pensiamo alla vitamina C, ma è vero? Beh, diciamo che questa convinzione risale a molto tempo fa quando le nonne ci consigliavano di bere molto succo d’arancia quando eravamo ammalati, così come anche durante gli intervalli delle partite di calcio o di qualsiasi altro sport, come se questo frutto fosse una sorta di elisir di lunga vita, di forza e di buona salute.
Ma a che cosa devono le arance tale notorietà come scrigni di vitamina C? Le arance ne sono davvero ricche? la risposta è: NO. Esse in realtà contengono bassi livelli di vitamina C, specie se paragonate ad altri tipi di frutta e verdura: esistono circa 52 milligrammi di vitamina C in 100 grammi di polpa d’arancia, invece 100 grammi di prugna kakadu possono contenere 5300 mg di vitamina C.
Esistono infatti molti alimenti che contengono più vitamina C delle arance come i kiwi, i cavoletti di Bruxelles, l’acerola, la papaia, il peperoncino rosso e il cavolo rapa. Secondo alcuni studi scientifici, inoltre, sarebbe necessario ingerire una grande quantità di arance per raggiungere una quantità efficace di vitamina C.
Ma che cos’è la vitamina C?
La vitamina C, chiamata anche acido ascorbico, è una delle poche vitamine che il corpo umano non può produrre da solo, il che significa che deve essere introdotta. È importante introdurla attraverso la dieta o magari attraverso degli integratori perché aiuta a creare un sistema immunitario efficace.
Le arance, per quanto sono deliziose, non possono però essere definite un alimento ricco di acido ascorbico perché, per ottenere una quantità apprezzabile di vitamina C, dovremmo mangiarne davvero tante: per raggiungere una dose di 1000 mg dovremmo mangiare ben 2 chili di arance al giorno.
Oltre a questa vitamina, le arance sono anche ricche di vitamina A e vitamine PP ma, proprio in virtù del proprio sapore non gradevole, le arance amare vengono difficilmente consumate al naturale, ma le si utilizza soprattutto per la preparazione di confetture o di liquori. Esse sono molto utilizzate anche per la formulazione di integratori e di prodotti farmacologici che sfruttano i suoi principi attivi e le numerose sostanze attive, una su tutte le sinefrina, che riesce a bruciare i grassi.