Le arance sono gli agrumi più diffusi in assoluto e infatti ne possiamo trovare di varietà diverse come ad esempio a polpa gialla oppure rossa. Esse cambiano anche in base alla dimensione e alla caratteristica della buccia perché di solito quelle più sottili sono in realtà le più succose e si usano principalmente per ricavarne il succo. In Italia, vengono coltivate molto spesso e si può consumare in diversi modi. Possiamo trovarla anche come frutta fresca, nei succhi, sotto forma di marmellate, candita ma anche essiccata.
Ma sono in molti a chiedersi se effettivamente mangiare arance tutti i giorni faccia bene o può danneggiare, invece, il nostro organismo. Le arance sono ricchissime di sostanze nutrienti e quindi fanno molto bene al nostro organismo dato che sono ricche di vitamina C, A, B e PP oltre che di carotenoidi e flavonoidi che aiutano a ridurre il rischio di sviluppare certi tipi di cancro e malattie cardiovascolari.
Le arance sono anche particolarmente ricche di acqua, circa l’85% e 100 g di prodotto hanno soltanto 34 kcal. Possiamo dire quindi, senza ombra di dubbio, che le arance fanno molto bene, sia se vengono mangiate a frutto intero, sia come succo, visto che, in ogni caso sono molto ricche di vitamine A, B e C. Bisogna però precisare che nel succo, le fibre sono del tutto assenti.
La cosa importante da precisare è però che si possono mangiare al massimo 3 arance al giorno, ovviamente distribuite bene nell’arco di tutta la giornata. Questo perché, anche se esse risultano molto ricche di nutrienti e di vitamine, contengono degli zuccheri, che in quantità eccessive possono causare un grave accumulo di lipidi e fare ingrassare.
Inoltre, questi agrumi sono del tutto da evitare da chi soffre di acidità, di reflusso oppure di bruciore di stomaco. Questo perché tale agrume contiene acido citrico e possono anche far male a chi assume ace inibitori o a chi sta facendo una cura con dei diuretici. Infatti, l’arancia potrebbe andare ad aumentare i livelli del potassio nel corpo, per cui sarebbe meglio evitare o mangiarne di meno.