Se anche voi riscontrate un po’ di timore nella notizia di un possibile aumento da parte del canone RAI, rassicuratevi, non siete affatto i soli. Le voci che girano ultimamente, infatti, sono molteplici e nessuna di esse sembra far capire la versione dei fatti corretta. Numerose persone accennano ad un possibile aumento; altre ad un ribasso, altri ancora sostengono che il canone sia destinato a diventare una tassa regionale che, di conseguenza, avrà un prezzo differente per ogni luogo. Quale sia la versione corretta, ancora, non ci è chiaro né sappiamo con certezza quali saranno le nuove modalità di pagamento. Per questo, però, occorre fare un piccolo excursus.
Il prezzo del canone Rai dalle origini ad oggi
Sin dalla sua nascita nel 1938, il canone ha sempre avuto un costo annuale. Questo, che, inizialmente ammontava a qualche Lira l’anno, ed era facoltativo, iniziò a lievitare con la comparsa delle prime televisioni. Prima, infatti, si pagava per ascoltare specifici canali radio. Successivamente, dapprima si differenziò tra coloro che possedevano ancora la televisione in bianco e nero e quelli che l’avevano già a colori; in seguito divenne uguale per tutti e, soprattutto, obbligatorio. Il prezzo che siamo abituati a pagare oggi, equivale a 90€ annui e, prima di arrivare a questa cifra, fu anche 110.
Nel 2016, infatti, con l’intento di ridurre al massimo l’evasione dell’imposta, si provvederà a, non solo ad abbassare il prezzo, ma anche ad inserirlo nel contro della bolletta energetica. In questo modo, tutti coloro che evadevano il pagamento semplicemente non presentandosi a pagare il classico bollettino, si costrinsero al pagamento. Ancora oggi siamo abituati a versare la tassa in bolletta ed ulteriore agevolazione è che questa, si presenta dilazionata in 10 rate da 9€ ciascuna scandite nei primi 10 mesi dell’anno. Qualche settimana fa, però, erano numerose le voci che si aggiravano intorno alle modalità di pagamento del 2023 e, seppur per un breve periodo di tempo l’opzione della bolletta fu esclusa. Quello che ci resta da fare adesso, è soltanto attendere notizie ufficiali in modo da non cadere in barba a fastidiose bufale e fake news.