Il francobollo, così come lo conosciamo oggi, nacque a seguito delle riforme postali della Gran Bretagna nel 1837, per mano di Rowland Hill. La sua intuizione fu quella di realizzare un servizio postale prepagato, in cui il pagamento della tariffa avveniva a carico del mittente al momento della spedizione. Hill introdusse anche tariffe accessibili e uniformi, stabilite in base al peso o al volume anziché alla distanza, a favore di un incremento dell’utilizzo postale e un introito maggiore. Il suo concetto, però, trovò ostilità da parte del Post Office, che non accettò le idee di un estraneo, ma grazie alle pressioni da parte della classe creditizia e mercantile, il parlamento britannico approvò tale riforma ed avviò la realizzazione dei francobolli.
Il primissimo francobollo ad essere stato realizzato, nel 1840, riportava il profilo della Regina Vittoria, preso da una medaglia che fu coniata qualche anno prima, e per evitare contraffazioni fu stampato su di un fondo cesellato con losanghe molto fitte. Questo francobollo, dal valore di 1 Penny, entrò in vigore il 6 Maggio del 1840 e passò alla storia con il nome di Penny Black. Otto anni dopo, l’ingegnere Henry Archer ideò la perforazione meccanica, così da completare la genesi ed ottenere il francobollo dentellato odierno. Questa invenzione fu così pratica che in breve tempo si diffuse in tutto il mondo, prima fra tutte la Svizzera nel 1843 e a seguire il Brasile, nello stesso anno.
In Italia, invece, il francobollo arrivò solo nel 1850, anno in cui il Regno Lombardo-Veneto stampò la prima serie denominata “Aquila Bicipite“, comprensiva di cinque valori diversi. In pochi mesi la novità si espanse anche agli altri Regni italiani, in cui avvenne la realizzazione di molti francobolli rari e in edizione limitata. L’ultimo degli stati antichi italiani ad adottarlo fu il Regno delle Due Sicilie, nel 1858, con una serie di francobolli di colore rosa composta da 7 valori in Grana. Il più famoso tra questi fu il Mezza Grana Rosa, detto Trinacria, che divenne una vera e propria rarità a seguito di una modifica da parte del neo governo garibaldino, che ne cambiò il colore da rosa ad azzurro.
Ma a proposito di francobolli rari, vogliamo citare quelli del Ducato di Parma, che corrispondono ad una delle prime collezioni italiane, del 1858. Questa raccolta di francobolli venne stampata da un governo provvisorio che durò molto poco, e proprio per questo ne vennero stampate poche copie che, ad oggi, hanno un valore molto elevato. Si tratta di cinque emissioni differenti per colore e valore, ma quello dal costo più elevato è rappresentato dall’elemento del valore di 80 centesimi, che può valere anche fino a 5.000 Euro, se in buone condizioni. L’intera collezione, tuttavia, se possiede condizioni pari al nuovo ed è completa di tutti gli elementi, può arrivare alla cifra di 21.000 Euro.
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