Le tasse, soprattutto in Italia, sono senza dubbio un costo non indifferente a carico di tutti i lavoratori, sia che si tratti di dipendenti che individuali oppure liberi professionisti. Proprio per questo viene da chiederci se è possibile pagare meno tasse, ovviamente il tutto nel pieno rispetto della legge. Il regime di tassazione è differente per ogni paese; in molti si applica la flat tax, cioè un’aliquota unica detta anche tassa piatta, quindi calcolata in modo fisso e non in maniera progressiva in base al proprio reddito imponibile. Insomma, qualunque sia il sistema di tassazione, le tasse devono essere sempre pagate, proprio per questo nelle prossime righe di questo articolo, andremo a vedere come poterne pagare di meno rimanendo comunque a norma.
Se sei un libero professionista e hai partita Iva, potresti utilizzare un regime forfettario, vale a dire un regime fiscale per tutti coloro che non superano i 65 mila Euro di fatturato annuo, a cui viene applicata un’aliquota del 15% (che nei primi 5 anni di attività si abbassa al 5%). Con la nuova legge di Bilancio del 2023, inoltre, il limite del fatturato è aumentato fino a 85 mila Euro e l’aliquota non si applica al totale dei ricavi, ma solamente al coefficiente di redditività in base alla categoria della professione. Tale coefficiente varia tra il 67% ed il 78%; e giusto per renderci conto di quanto sia conveniente questo regime, dobbiamo tenere conto che l’aliquota ordinaria minima dell’Irpef ammonta al 23% per un reddito fino ai 15 mila Euro.
Se, invece, sei un imprenditore e possiedi una ditta individuale, è importante scegliere il regime fiscale opportuno per poter pagare meno tasse. La pianificazione fiscale, infatti, è un punto chiave e deve essere fatta con i giusti strumenti in modo da poter beneficiare di tutte le opportunità che prevede la legge. Prima di tutto bisogna capire quale società conviene maggiormente; una società a responsabilità limitata, ad esempio, si adatta meglio alle piccole imprese ed è più flessibile rispetto ad una società per azioni, anche perché una s.r.l. nasce con quote di partecipazione e, per ogni componente, è previsto un capitale sociale minimo di 10 mila Euro.
Per i lavoratori dipendenti, infine, che quindi percepiscono una busta paga ogni mese, avviene la cosiddetta trattenuta in busta proprio al fine di pagare le imposte. In questo caso, quindi, sarà il datore di lavoro a provvedere al pagamento per conto per il lavoratore, che sarà obbligato in quanto sostituto di imposta. Generalmente, le trattenute obbligatorie di ogni lavoratore, mensilmente, sono: trattenute Irpef, contributi Inail, addizionali Irpef comunali e regionali, contributi previdenziali Inps. Ma come fare, allora, per risparmiare sulle tasse? Il modo principale è quello di richiedere accesso alle detrazioni fiscali a carico dell’Irpef, con cui i lavoratori dipendenti devono presentare una dichiarazione dei redditi completa di tutte le informazioni su ogni singola entrata percepita nel corso dell’anno precedente. Attraverso tali detrazioni fiscali, dunque, è possibile avere uno sconto sulle tasse oppure di ricevere un credito ulteriore direttamente in busta paga.
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