Si continua insistentemente, in questi giorni, a parlare di rete unica. Ovvero di quel progetto, ora fortemente desiderato dal Governo in carico (ma non solo) di scorporo della rete Tim e di fusione, del nuovo soggetto con OpenFiber di Enel e Cassa Depositi e Prestiti. Un progetto che, tutto sommato, sarebbe favorevole ai piani di Iliad di espansione anche nella telefonia fissa.
La fibra ottica è fortemente diversa dalla telefonia mobile di terza, quarta e quinta generazione. In nessun Paese, è pensabile che ogni singolo gestore investa in una propria rete, portando la costosa ma indispensabile fibra, fino alla singola abitazione. Ecco perché il nuovo sviluppo del fisso, passa attraverso il modello dei gestori wholesale, che nel tempo abbiamo imparato a conoscere.
Sono aziende che operano reti rivendendo, all’ingrosso, risorse e disponibilità. Quindi banda, che poi i gestori commercializzano e rivendono, con propria totale autonomia e proprie soluzioni tecnologiche. Ci sono gestori fissi che si servono totalmente del wholesale, altri che integrano le infrastrutture affittate con le proprie piattaforme. Insomma, i tipi di collaborazione tra gestore telefonico e wholesale possono essere molteplici.
Ora l’idea di Luigi Di Maio, ministro in carica per lo Sviluppo Economico e quindi riferimento in materia di telecomunicazioni, è di incoraggiare (o costringere) Tim a cedere la propria rete, scorporandola dalla società. Una soluzione che fa poco felici gli “altri francesi” del nostro mercato, ovvero Vivendi, in questa competizione acerrimi nemici di Iliad.
Il Governo vorrebbe poi la rete Tim fusa con quella attuale di Open Fiber. Si andrebbe a creare un mega gestore, di fatto di proprietà statale e coordinato dallo Stato, che avrebbe il compito di aprire la strada all’arrivo di nuovi competitor.
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Fra i quali, appunto, Iliad. Per ora il quarto gestore mobile, come ricordato nella nostra intervista, ha tutta l’intenzione di concentrarsi sulla telefonia mobile, continuando a rafforzarsi dopo un’estate davvero infuocata. Nel 2019 però lo sguardo sarà sulla telefonia fissa, dove Iliad potrebbe esordire con lo stesso spirito rivoluzionario cercando di realizzare la convergenza applicata dalla sorella maggiore Free.
In patria infatti, la rivoluzione di Xavier Niel, viaggia sul doppio binario fisso-mobile. È evidente che anche in Italia, presto Iliad voglia valutare l’idea di entrare in un mercato tornato straordinariamente vivace: quello della connettività in fibra.
Iliad ovviamente non ha posizioni ufficiali sul braccio di ferro Governo – TIM e sullo scorporo della rete. È noto comunque che con Vivendi non corra buon sangue. Niel, fondatore di Iliad, conosce bene il Gruppo Telecom Italia del quale è stato azionista di minoranza.
Certo è che la soluzione di un gestore unico fornitore di risorse, possa accelerare l’approdo di Iliad. Costi di accesso chiari, uguali per tutti, trasparenti, possono rendere più semplice l’avvio di Iliad, visto che siamo tutti in attesa di nuove travolgenti tariffe per la fibra ottica.
Ma continuiamo a discutere questa notizia, sul nostro Iliad Fan Group su Facebook…
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