Le regole in atto per i pagamenti nel 2023, sono cambiate nuovamente. Dall’1 Gennaio di quest’anno, infatti, non solo il tetto del contante è risalito a 5.000€ anzichè scendere a 1000, ma sono ritornate anche le vecchie regole inerenti i pagamenti in contanti. Se il nuovo Governo aveva tentato di fare dietro front su questa decisione, ora sappiamo con certezza che questa è stata rifiutata. Quali saranno, dunque le novità in atto da quest’anno? Vediamolo insieme nelle prossime righe.
Le novità del nuovo anno
La prima novità, senza dubbio è quella che vi abbiamo appena accennato; ossia l’innalzamento della soglia minima per pagare in contanti. Una mossa conosciuta ormai molto bene dalla nostra nazione che nel corso degli ultimi 13 anni si è vista modificare ben 7 volte con un massimo di 12.500€ ad un minimo di 1000. La motivazione, secondo quanto dichiarato dal nuovo presidente del consiglio, sta nel fatto che una soglia bassa “sfavorisce l’economia“; nonostante in alcuni stati dell’Eurozona questa sia assai più inferiore a questa cifra.
La seconda novità, invece, riguarda i pagamenti elettronici; anch’essi, in un paese che dovrebbe dirigersi a vele spiegate verso le transazioni digitali, dovrebbero essere più incentivati. Per questa ragione, il tentativo di dietro front del nuovo governo sui pagamenti sotto i 60€, è annullato. Rimangono, invece, in vigore, le regole che vigevano prima, nel 2022, infatti, durante i mesi estivi si decise che da allora, qualsiasi importo poteva essere pagato con la carta, anche cifre irrisorie. Anche durante quest’anno, quindi, tutti i commercianti saranno costretti ad accettare il pagamento con il bancomat anche se si tratta di pochi Euro; e la pena per chi si rifiuta, equivale ad una sanzione di 30€ a cui si aggiunge il 4% dell’importo della transazione rifiutata.
Questa mossa, che di certo incentiva sempre di più ad usare le carte anche per importi piccoli, non agevola per niente i commercianti che, il più delle volte, vessati dalle commissioni che questo tipo di pagamento comporta, non riservano per sè nessun guadagno.