La storia della filatelia italiana è per forza di cose molto diversificata ed è nata addirittura prima dell’idea di paese unificato, effettivamente concretizzata nel 1861. Il Francobollo era stato infatti concepito per la prima volta poco meno di 20 anni prima, con il noto Penny Black, la prima forma di emissione concepita come affrancatura per le varie tipologie di corrispondenza, quindi i regni italiani prima dell’unificazione hanno portato a diverse forme e tipologie di francobollo italiano oggi molto rare.
Il francobollo ha indubbiamente fornito uno strumento di grande rilevanza ed importanza per tutte le nazioni che hanno deciso di utilizzarlo, trattandosi di una forma di franchigia applicata dal mittente così da esentare il destinatario da qualsiasi forma di pagamento delegato al destinatario.
Questo vecchio francobollo italiano può valere fino a €5000: FOTO
I regni pre unitari hanno infatti adottato i propri francobolli a partire dal decennio 1850, emissioni che spesso sono durate pochi anni e completamente dismesse con l’unificazione che porterà poi al Regno d’Italia.
Le emissioni filateliche saranno poi create presso la tipogorafia di Roma come accade anche oggi.
Tra le forme di francobollo più rare del periodo spiccano quelle legate al Ducato di Parma, stampate in diverse emissioni durante il governo provvisorio del 1859, stampati in quantità ridotte presso la Tipografia Stefano Rossi-Ubaldi, ancora presente oggi a Parma.
Tutti hanno la medesima raffigurazione, di forma ottagonale, seppur di colore diverso per i tagli di 5, 10, 20, 40 ed 80 centesimi, e l’intera collezione se ben conservata vale oltre 15 mila euro. Il singolo francobollo da 80 centesimi se in perfetto stato può far guadagnare anche fino a 5000 euro.
Il valore è così alto sia per l’estrema rarità di queste emissioni, già poco diffuse visto il contesto dell’epoca, divenute ancora più importanti dal punto di vista storico proprio perchè fanno parte di un fase estremamente tumultuosa ed importante per il nostro paese.