L’approvazione della legge n. 197/2022 (ovvero la legge di bilancio per il 2023) ha apportato delle novità per andare in pensione quest’anno per tutti i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria. La novità principale riguarda la «Quota 103» che consente l’uscita ai nati entro il 31 dicembre 1961 che maturano quindi 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 ma va segnalato anche il rinnovo dell’ape sociale.
Riguardo il trattamento di Vecchiaia non c’è alcuna novità e per il conseguimento della pensione anticipata occorrono sempre 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (che corrispondono a 2227 settimane) e 41 anni e 10 mesi di contributi le donne (ovvero 2175 settimane) a prescindere dall’età anagrafica.
La prestazione in parola è soggetta ad un meccanismo di differimento della decorrenza del primo rateo che sarebbe pari quindi a 3 mesi dalla maturazione dei requisiti pensionistici. Per il pensionamento di vecchiaia occorrono invece ben 67 anni unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione.
Ai lavoratori dipendenti addetti a mansioni maggiormente difficoltose e rischiose per la propria salute di cui si parla nel decreto del ministero del lavoro del 5 febbraio 2018 con almeno 30 anni di contribuzione, che non siano titolari dell’ape sociale al momento del pensionamento possono conseguire alla pensione di vecchiaia non appena compiuti 66 anni e 7 mesi. Per la pensione di vecchiaia non è prevista nessuna applicazione di finestra di slittamento e la pensione decorre, di regola, il primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.
Quota 100: chi ha raggiunto i requisiti per la cd (62 anni di età e 38 anni di contributi) entro il 31 dicembre del 2021 può, comunque, presentare domanda di pensionamento anche nel 2023.
Quota 102: chi ha raggiunto i requisiti per la cd (64 anni e 38 anni di contributi) entro il 31 dicembre del 2022 può anche presentare domanda di pensionamento nel 2023.
La legge n. 197/2022 rinnova anche nell’anno 2023 l’ape sociale per le categorie più deboli ovvero disoccupati con esaurimento integrale dell’indennità di disoccupazione; invalidi civili almeno per il 74%; caregivers; addetti ad attività «difficoltose e rischiose». L’ape sociale si consegue sempre con un minimo di 63 anni di età unitamente ad almeno 30 anni di contributi e 36 anni nelle attività «difficoltose e rischiose».