Conto in banca: attenzione alla nuova truffa che ti svuota il conto

Il mondo del digitale si sa che va sempre più avanti nella vita moderna con tutti i suoi vantaggi e svantaggi del caso: tra i vantaggi c’è una grandissima connessione a livello mondiale, in cui ci si scambia davvero di tutto. Naturalmente non tutto è buono e certe volte si ha a che fare con dei ladri informatici, più conosciuti con il nome di hacker.

Questi hacker spesso prendono di mira i singoli cittadini con il mero scopo (che poi è sempre lo stesso) di poter estorcere del denaro e lo si può fare in svariati modi diversi, sia come forma di ricatto e sia come modo fraudolento per riuscire ad accedere ai conti bancari.

Molte persone utilizzano il telefono per stare collegate e navigare su internet in ogni momento. Tutto ciò espone al rischio che i propri dati vengano trafugati, compresi anche quelli dei conti bancari e in genere gli hacker utilizzano delle tecniche che è bene saper conoscere. Un sistema molto utilizzato e doveroso da citare è il famoso cavallo di Troia, noto anche col nome di trojan.

Questi entrano all’interno dei nostri computer e molto spesso lo fanno perché li abbiamo scaricati da programmi trovati in rete; al momento giusto, però, si comportano come dei ladri che mirano a raccogliere delle informazioni importanti e le inviano ai vari hacker.

Un altro sistema da tenere presente è il phishing, che significa proprio “pescare”. Ad abboccare all’amo di questa truffa siamo noi stessi quando rispondiamo alle false mail della banca fornendo i nostri dati personali, codici, ecc.
La nuova truffa però utilizza sempre un sistema ingannevole che risulta in grado di far credere alla persona qualcosa che non è vero: in passato avvenivano false telefonate in cui i ladri si spacciavano come del personale di una banca e per risolvere i problemi si chiedeva di confermare i codici o magari di cambiarli.

E’ ovvio che nessuna banca chiede mai di comunicare i codici segreti e le informazioni sensibili. Questi nuovi messaggi riguardano degli avvisi di mail o di SMS, come quelli di Google. Se ad esempio facessimo un’operazione con un telefonino nuovo, invece di utilizzare il solito apparecchio, ecco che ci arriverebbe un messaggio che ci avvertirebbe che un altro apparecchio ha tentato di accedere al nostro conto.