Nei due anni 2020-2021 l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate si sta concentrando in modo particolare sui vari movimenti effettuati con il bancomat dato che quasi tutti noi possediamo almeno una carta bancomat che utilizziamo per fare le spese, i prelievi e i versamenti ed è ovviamente collegata ad un conto corrente.
Analizzare i movimenti del bancomat permette di avere un quadro completo e dettagliato sulla situazione economica di ogni cittadino. L’Agenzia delle Entrate lo sa bene e negli ultimi tempi parte proprio da questo monitoraggio per riuscire a scovare tutti i movimenti anomali e far scattare gli accertamenti giusti.
Si tratta di accertamenti che, molto spesso, posso portare ad esiti dolorosi per i singoli contribuenti. Soprattutto per coloro che non sono in grado di giustificare ogni singolo movimento di denaro. Con alcune accortezze è possibile evitare di incappare in controlli e richieste di chiarimenti che, nei casi migliori, portano con sé delle problematiche burocratiche che molti di noi conoscono bene.
Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate, però, scattano al superamento di certe soglie. Il principio base è più o meno questo: se le entrate e le uscite sul conto corrente sono congrue, allora non abbiamo nulla da temere. Se spendiamo, invece, molto di più di quanto guadagniamo, rischiamo di attirare l’attenzione del Fisco e stessa cosa vale anche se con il nostro bancomat non effettuiamo spese per affitti, bollette e cibo oppure se non preleviamo il contante necessario ad affrontare queste spese.
L’obiettivo del Fisco è proprio quello di far emergere i redditi in nero o frenare il riciclaggio di somme ingenti di denaro. Per capire quand’è che scattano questi controlli, vi diciamo che per i commercianti il campanello d’allarme suona in caso di prelievi o pagamenti per importi che superano i 1.000 euro al giorno oppure i 5.000 euro al mese.