Incredibile, ecco cosa succede al corpo se mangi salmone scaduto

Sebbene la data di scadenza dovrebbe essere una delle prime cose da attenzionare al supermercato, prima di mettere un prodotto nel carrello, non tutti hanno questa buona abitudine. È inevitabile, dunque, che in questi casi, sia per la negligenza degli impiegati che nostra, ci ritroviamo in frigorifero un prodotto già scaduto. Cosa fare in questi casi? Non c’è una risposta secca, diciamo che dipende, in quanto la data di scadenza andrebbe sempre rispettata alla lettera per evitare qualsiasi controindicazione, tuttavia ci sono dei prodotti che rimangono perfettamente edibili anche a distanza di diversi giorni o addirittura settimane dalla data di scadenza; vediamo di fare insieme un paio di esempi.

Prodotti scaduti: quanto è corretto assumerli?

Iniziamo anzitutto dal fare una piccola precisazione: gli alimenti che dispongono di una scadenza prestabilita dalla legge sono ben pochi, e tra questi ci sono il latte fresco, ad esempio, che ha una scadenza pari a 7 giorni dopo il confezionamento e le uova, con 28 giorni dalla deposizione. Per il resto, è possibile fare una distinzione ben precisa tra le sigle che troviamo sulla confezione. Non per nulla, se la scritta “consumare entro il ” si concentra maggiormente sul campo della sicurezza alimentare, quella “da consumarsi preferibilmente entro il” concerne invece la qualità dell’alimento dopo la data di scadenza, dunque magari la consistenza, l’odore, il sapore oppure anche il colore. Detto ciò facciamo insieme alcuni esempi:

Il latte fresco, ad esempio, come dicevamo ha una scadenza stabilita dalla legge, ma nel caso in cui la catena di freddo non abbia subito interruzioni significative ed il prodotto è stato regolarmente conservato in frigorifero, consumare quel prodotto anche 1/2 giorni la data di scadenza. In ogni caso, non affidatevi solo ai numeri, abbiate anche l’accortezza di attenzionarne il colore, l’odore ed il sapore.

Ben diversa, invece, è la questione per le uova, poichè sebbene la scadenza stabilita dalla legge arriva fino a 28 giorni dopo la deposizione, i microbiologi esperti consigliano di consumarle circa 8/10 giorni prima di questa data per via del rischio di Salmonella.

Il salmone, allo stesso modo, è a rischio Listeria, un batterio facilmente trovabile nel terreno o nell’acqua; dunque per la stessa ragione, gli esperti consigliano sempre di anticipare di circa 10 giorni l’effettiva data di scadenza sulla confezione. Nel caso in cui vi troviate dinnanzi un prodotto del genere al supermercato che ha una scadenza eccessivamente vicina dunque, sarebbe meglio non acquistarlo oppure prendere una confezione tra quelle sul retro che, se ben organizzate, dovrebbero avere una scadenza più lontana.

Luca Lisuzzo

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