Quanto rende BTP Italia 2023? La risposta lascia tutti senza parole

Sta crescendo sempre di più la ‘febbre’ per l’emissione del nuovo Btp Italia a partire dal 6 marzo del 2023. La cedola minima provvisoria è del 2%, quindi più alta, considerando una fase caratterizzata dal rialzo dei tassi, delle ultime emissioni. Sarà invece stabilita il 9 marzo, nella quarta giornata delle emissione, la cedola definitiva, che potrà o essere rivista al rialzo oppure confermata al 2%. Il nuovo Btp Italia ha una durata massima di cinque anni e scadrà quindi nel 2028, indicizzato all’inflazione.

Conviene investirci il taglio minimo?

Se si rispetta la scadenza quinquennale, il Btp Italia può essere considerato un vero strumento sicuro e decisamente più semplice di altri. Si tratta di un investimento che prevede una remunerazione sempre allineata all’evoluzione del costo della vita. Le innovative modalità di acquisto all’emissione diretto ne fanno un prodotto davvero ideale per tutti coloro che sono abituati a gestire in autonomia i propri investimenti tramite i sistemi di trading online.

La cedola della diciannovesima emissione, in particolar modo, è ricca e più alta delle precedenti. Essa viene pagata ogni sei mesi e quindi la prima sarà pagata a settembre 2023. Il capitale investito è garantito a scadenza ed è previsto perfino un premio fedeltà che è pari al’8 per mille per tutti quelli che lo acquistano all’emissione e che lo tengono fino alla scadenza del 2028.

Come tutti gli altri titoli di Stato, anche il Btp Italia è tassato al 12,5%, il che bisogna dire, è una tassazione agevolata. I piccoli risparmiatori che lo acquistano nei giorni di collocamento non devono, infatti, pagare alcuna commissione o investimento.

Il problema è che i rendimenti del titolo sono collegati al tasso di inflazione nazionale, il cui indice di riferimento è il FOI, cioè l’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati, al netto dei tabacchi. L’emissione del titolo avviene molto probabilmente in quello che è il picco dell’inflazione, che sembra anzi già abbastanza superato, dato che da gennaio 2023 sta frenando.