Come sappiamo Iliad ha esordito nel 5G a dicembre 2020 a pochi giorni da Fastweb. Con questi ultimi due esordi si posizionano sul mercato tutti e cinque i gestori italiani dotati di propria licenza. Ma il 5G è davvero migliorativo rispetto al 4G? E in cosa? Ve lo raccontiamo in questo Speciale XL di 4fan.info…
Italiani, popolo di navigatori! Siete pronti per la rivoluzione 5G? Già, perché la quinta generazione della telefonia mobile è pronta a stupirci con uno zompo in avanti nel campo della tecnologia! Non solo una naturale evoluzione delle tecnologie 3G e 4G che conosciamo, ma un vero e proprio salto nel futuro. Ma cosa è il 5G? Cosa cambierà?
Partiamo dal nome. L’abbiamo già detto, 5G significa Quinta Generazione: una tecnologia avanzata che mira ad abbattere i limiti precedenti. Cosa c’era quindi prima del 5G? Cosa hanno portato le Generazioni precedenti?
Negli anni ’80 arriva la tecnologia 1G, ma per quanto riguarda l’uso personale si trattava di una cosa super costosa: i primi telefoni senza fili apparivano al cinema in mano a ricchissimi investitori senza scrupoli, mentre noi, occupati a cotonarci i capelli, forse parlavamo ancora con un telefono a forma di hamburger nella nostra cameretta.
Negli anni ’90 arriva il 2G, che aveva incentrato la sua connettività sui servizi locali, quando invece dei mega smartphone di adesso portavamo il nostro caro telefonino nella tasca dei Levis 501 o nel taschino della camicia di flanella a scacchi. Grazie al 2G potevamo inviarci sms e iniziare i primi esperimenti di connessione.
Arriviamo negli anni 2000. Quando ci siamo accorti con enorme stupore che no, i nostri computer non erano esplosi al fatidico capodanno, che il millennium bug ci aveva graziati, e iniziavamo a conoscere questo nuovo fantastico millennio. Dobbiamo aspettare il 2005 quando in Italia iniziano a spuntare i cellulari di terza generazione (3G) e arrivano da noi gli smartphone. Da quel momento in poi, il nostro modo di usare il “telefonino” cambia radicalmente, fino a crescere anno dopo anno grazie a tecnologie sempre più avanzate sia nella “macchina”, con fotocamere e funzionalità sempre nuove, che nella connessione. I primi smartphone erano costosi, non adatti alle tasche di tutti, ma la mania inizia a dilagare sempre di più, fino all’avvento dei social.
“Se non sei su Facebook non sei nessuno” era uno dei mantra della fine del primo decennio degli anni 2000, e tutti noi volevamo essere sempre più connessi, non solo dal nostro computer di casa. Iniziano a dilagare i Blackberry e l’immancabile IPhone. Col 3G non solo potevamo usufruire delle mail sul nostro smartphone, ma anche aggiornare il nostro interessantissimo (?) profilo social. Nel 2009 arriva Whatsapp… e il resto è storia.
L’applicazione senza la quale non sapremo vivere, ma anche quella che ci fa venire voglia di frantumare il nostro telefono contro la parete, prenderlo a martellate e poi friggerlo in olio di semi quando veniamo aggiunti nel gruppo dei genitori della classe del nostro pargolo. Piano piano nascono tutti i nuovi social, e la necessità è diventata duplice: da una parte serve un display più grande per vedere i video, una memoria maggiore per catalogare i nostri contenuti, ma dall’altra anche una connessione più potente. Stiamo parlando di quel momento in cui è nata la generazione in cui siamo diventati fotografi professionisti, cuochi provetti, influencer, modelli e opinion leader. E siamo ancora tutti qui!
Passato il primo decennio del nuovo millennio, arriva il 4G, ovviamente, con il corrispettivo bando per l’assegnazione delle licenze. La battaglia tra imprenditori, aziende e società nell’ambito delle telecomunicazioni si fa sempre più calda, con uno Stato che si frega le mani pensando ai quattrini che ne riceverà ( non faremo qui la polemica su dove siano stati investiti tutti quei soldi!). Nella sua versione più evoluta, il 4G LTE permette di raggiungere standard sempre più elevati: nel frattempo, parallelamente alla guerra delle assegnazioni, si fa sempre più rovente il campo di battaglia delle tariffe, con i consumatori che riescono ad accaparrarsi abbonamenti a cifre mensili assolutamente sostenibili.
Rispetto al primo periodo che abbiamo citato, lo smartphone e la connessione sono ormai diventati un bene di consumo comune che raggiunge un’ampia fetta della popolazione. È il periodo dei video ad alta definizione, dello streaming musicale ( ciao ciao il tempo in cui scaricavamo una canzone in tre ore con l’aiuto del Mulo- E mule!) e soprattutto dei pagamenti tramite smartphone, per non parlare dell’avvento della miniera dei bitcoins.
All’inizio del terzo decennio del 2000 arriva prevedibilmente una nuova generazione di tecnologia, la Quinta: il 5G. Se ne parla da tempo, anche con una discreta dose di allarmismi e dietrologie di cui parleremo più avanti. Il piano è farlo arrivare inizialmente nelle grandi città, nei distretti turistici e industriali, per arrivare a una copertura totale in Italia entro il 2025.
Cosa cambierà? Ovviamente una nuova tecnologia si pone come primo obiettivo quello di abbattere i limiti della tecnologia esistente, offrendo una connessione più performante e un utilizzo della rete più efficace. Anche i dispositivi continueranno a evolversi: se già oggi il mega smartphone che abbiamo appena faticosamente comprato a rate diventa obsoleto dopo poche settimane, col 5G sicuramente nasceranno dispositivi in grado di sfruttare al massimo la tecnologia di nuova generazione, e le app andranno di pari passo.
Niente paura, sicuramente i gestori telefonici faranno a gara per accaparrarsi il vostro abbonamento, e vi proporranno offerte che comprendono anche aggeggi nuovi di zecca.
Gli obiettivi principali del 5G sono quelli di avere una versatilità maggiore tramite sottoreti virtuali indipendenti, e la virtualizzazione dei dispositivi di rete. Sarà possibile per la rete stessa di gestire una maggiore quantità di dispositivi e di connessioni.
L’epoca pandemica ha dato il via a una rivoluzione dei sistemi di comunicazione, lavoro e studio, che non si fermerà a cessata emergenza, ma richiederà una rete sempre più forte e affidabile. Ma anche più immediata, con tempi di latenza sempre minori. Il tempo di latenza, ne abbiamo già parlato spesso, è il cosiddetto ping ( quel numero che non sempre capite quando fate uno speed test): in parole povere, è la velocità di risposta del sistema a un impulso.
Detto in parole ancora più semplici, è l’intervallo di tempo che c’è tra quando viene inviato un input e quello in cui viene ricevuto. Fondamentale nelle comunicazioni in tempo reale. Potremmo tutti cantare “tanti auguri a te” in contemporanea senza strani canoni improvvisati degni di Albinoni! Battute a parte il tempo di latenza è addirittura più importante della velocità di connessione in termini di collegamenti affidabili e solidi. Ma il 5G garantirà anche una straordinaria velocità di connessione quindi non ci sarà problema di fare una scelta.
Una tecnologia così avanzata permetterà inoltre un consumo energetico molto ridotto, addirittura del 90%.
Se la descrizione che abbiamo appena fatto non basta, ecco in pratica quali sono i vantaggi di cui potremo usufruire grazie alla tecnologia 5G:
Come abbiamo detto, il 5G permetterà alla rete di sostenere molti più dispositivi connessi. Se tutti voi state pensando alle lezioni con 20 studenti che in contemporanea fanno finta di avere problemi di connessione per non essere interrogati, ecco questo è un problema che sarà risolto, soprattutto nelle grandi città e in particolare nei quartieri con alta densità popolativa.
Abbiamo già parlato dell’alta velocità, ma questa non sarà utile solo per scaricare i documenti che vi stanno mandando o i video di panda che sgranocchiano carote ballando a ritmo di Michael Jackson: guardiamo al futuro e pensiamo alla smart mobility: veicoli e device saranno connessi con una tecnologia super veloce ed affidabile.
Un campo in cui il 5G sarà particolarmente importante è l‘Internet of Things. Di che stiamo parlando? La traduzione è semplicissima: l’Internet delle cose. O meglio, degli oggetti. Parliamo di veicoli, di termostati, e di tutti gli oggetti della nostra vita quotidiana che diventeranno sempre più “Smart”: oggetti identificabili e connessi. Alcuni esempi già esistono in ambito di domotica, ma non solo. Dal trovare il parcheggio più vicino a casa, all’accendere il forno a microonde, le “cose” saranno sempre più connesse e la vita più comoda. Ma le applicazioni dell‘IoT vanno oltre le piccole comodità quotidiane, e possono essere applicate in ambito industriale, nell’ingegneria biomedica, nella robotica e nei trasporti, solo per fare alcuni esempi.
Abbiamo già citato il tempo di latenza: bene, la tecnologia 5G mira al real time: questo significa una comunicazione in tempo reale tra punti geograficamente distanti. Immaginate cosa potrebbe voler dire in ambito medico: si potrebbe avere una sala operatoria a distanza per tutte quelle persone che abitano in zone remote, o che non possono permettersi un viaggio per essere tagliuzzati dal miglior specialista del mondo!
Tutti i servizi di questa nuova tecnologia possono essere a vantaggio della salute umana ( e-health) con un’applicazione mirata all’innovazione tecnologica che può portare a nuove soluzioni salvavita e di qualità della vita delle persone con problemi di salute.
In un mondo sempre più connesso, anche tutto quello che riguarda i disastri naturali sia in termini di monitoraggio che di soccorsi sarà più smart.
In sintesi, la tecnologia 5G, come abbiamo visto, non implica solo una rete più veloce per le nostre video chat con gli amici, ma può rivoluzionare il modo di gestire moltissimi aspetti della vita quotidiana e professionale, fuori e dentro casa, soprattutto in aree ad alta densità sia di popolazioni (grandi città) che di fruizione ( stadi, aeroporti, grandi ospedali).
In un’epoca in cui abbiamo paura che ci iniettino microchip sotto la cute per spiare la nostra noiosissima vita, è opportuno spendere qualche parola sui “danni” del 5G.
A un certo punto, soprattutto durante il lockdown, ha cominciato addirittura a girare la voce che la pandemia da Covid 19 era una balla messa in atto per tenerci tutti chiusi dentro casa e non renderci conto che stavano montando le antenne con cui ci avrebbero controllato come degli Zombies/Robot. Facciamo un po’ di chiarezza quindi, analizzando lo stato dell’arte. I dati che riportiamo sono presi da fonti importanti, e non frutto di un’elaborazione personale.
Anzitutto vediamo cosa dicono l’Istituto Superiore di Sanità e l‘Organizzazione Mondiale della Sanità: a loro si unisce anche la Commissione Internazionale per la Protezione delle Radiazioni non Ionizzanti. Secondo i loro dati, non si ipotizzano particolari problemi per la salute della popolazione derivati dall’introduzione del 5G. A loro, se non bastasse, si aggiunge la Fondazione AIRC ( per la ricerca su cancro), che conferma che non esistono “prove scientifiche sufficienti a sostenere un rapporto diretto di causa ed effetto tra l’esposizione a campi elettromagnetici e il cancro”.
Ovviamente la tecnologia 5G è agli inizi, e serviranno anni per avere dati sufficienti a sviluppare un rapporto completo, ma possiamo già dirvi che anche se questa tecnologia viaggerà su frequenze più elevate rispetto a quelle precedenti ( 2G, 3G e 4G) i segnali avranno una potenza inferiore. La capacità di penetrazioni sui tessuti umani è molto bassa, quindi è davvero improbabile che ci saranno danni al Dna. Forse la pericolosità potrebbe essere addirittura inferiore rispetto alle tecnologie precedenti. Infatti, secondo gli studi, più alta è la frequenza delle onde elettromagnetiche, più bassa è la capacità di penetrazione. Insomma, farsi una lastra al ginocchio potrebbe essere molto più pericoloso.
Ovviamente tutti noi dobbiamo rispettare delle norme per salvaguardare la nostra salute: se siamo appiccicati al telefonino per spiare i nostri ex su Instagram o sentirci super star su Tik Tok, o anche solo siamo dipendenti dall’ultima agenzia di stampa, ci esponiamo a un campo generato dal nostro smartphone costante. Quindi più che alla tecnologia in atto, dobbiamo prestare attenzione all’uso che ne facciamo. È compito nostro determinare quanto vogliamo essere esposti, o se i nostri figli possono ogni tanto giocare alle costruzioni invece di stare connessi quattro ore al giorno sul tablet “così stanno buoni”.
Tra le varie polemiche messe in atto, c’è anche quella che il 5G abbassa le nostre difese immunitarie. Bene, la mancata esposizione alla luce solare abbassa le difese immunitarie, non il 5G. Possiamo fare una piccola passeggiata quotidiana e godere dei benefici del 5G a livello tecnologico.
Tra le varie polemiche addirittura ne è uscita una secondo cui il Corona Virus viene trasmesso tramite le onde elettromagnetiche. Non siamo virologi né medici, quindi di nuovo ci affidiamo a chi ne sa più di noi: il Virus che ha messo in ginocchio l’intero pianeta si propaga principalmente per via area diretta o indiretta. Il virus viaggia in goccioline d’acqua, non tramite onde elettromagnetiche.
Una preoccupazione invece legittima è il rispetto del tessuto urbano soprattutto nelle aree di pregio architettonico e storico, oltre che del meraviglioso spettacolo della natura che abbiamo il privilegio di avere in Italia. Nessuno sarebbe felice di veder spuntare una mega antenna sul cucuzzolo della Fontana di Trevi, è compito delle amministrazioni rendere le nuove tecnologie non impattanti sulle proprie aree di competenza.
Ovviamente trascorrere tempo all’aria aperta ( seguendo le dovute precauzioni in epoca Covid), informarsi, mangiare sano, fare attività fisica e non passare tutto il nostro tempo libero attaccati a un device sono tutte attività che ci preservano e ci aiutano ad avere uno stile di vita corretto, quale che sia la tecnologia in uso in ambito di telecomunicazioni.
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