Dogecoin corrisponde al nome di una delle criptovalute maggiormente particolari e sorprendenti dell’ultimo decennio, in modo particolare perchè il suo sviluppatore non l’ha concepita, ai tempi con serie velleità sul sulla sua funzionalità.
Dogecoin ha raggiunto un valore mai visto: ecco quanto
Dogecoin infatti non è altro che la prima, vera e propria “parodia” di Bitcoin, ossia la prima forma di criptovaluta mai effettivamente portata sul mercato, situazione che ha modificato il mercato finanziario, portando anche ad un nuovo tipo di risorsa elettronica.
Il funzionamento di Dogecoin non è strutturalmente molto diverso da Bitcoin, ma sviluppata del 2014 da Jackson Palmer, ambizioso ex programmatore che ai tempi ha concepito per “gioco” questa valuta proprio a seguito della prima, reale diffusione di Bitcoin, con intenti quasi scherzosi, anche se nell’applicazione pratica è utilizzabile come risorsa in tutto e per tutto.
Inizialmente incentrata sul raccogliere più seguaci ed investitori possibili, Dogecoin (che ha come logo il celebre cane Doge, uno Shiba Inu dall’espressione stupita e confusa), ha ottenuto un successo crescente sempre di più anche perchè ha goduto di simpatia quasi immediata: come ogni crypto infatti quanti più investitori decidono di investire su questa valuta, più alto sarà il valore.
I token DOGE hanno avuto un importante picco di valore fino al 2021, quando è iniziato un prevedibile ma comunque accentuato calo, anche in virtù di crypto più evolute strutturalmente. Dopo il “picco” che ha portato un singolo token a valere più di 60 centesimi di dollaro, mentre oggi si aggira su valori comunque relativamente stabili, pari a 0,082 e non ha subito reali incidenze dalla crisi delle criptovalute ed energetiche che hanno influenzato l’intero conteso. In questo contesto Dogecoin trova sempre più applicazioni e sono in molti a ipotizzare un nuovo rilancio in chiave futura, ricordando che rispetto ai valori i non troppi anni fa il valore iniziale è aumentato di più del 2000 %.
