Almeno dal punto di vista percettivo, gli italiani non sembrano una popolazione che sommariamente è famosa per la lungimiranza degli investimenti, parlando della cittadinanza presa gericamente, statisticamente infatti risulta abbastanza veritiera, anche se in realtà questo dato può venire sfatato abbastanza agevolmente dalla caratteristica poca propensione al rischio ed alla “pigrizia”. i BTP, ossia i buoni del tesoro poliennali costituiscono però qualcosa che continua ad avere un seguito notevole, pur trattandosi di una variante dei comuni titoli di stato. Anche se il funzionamento è “teoricamente” semplice, seguire l’andamento di BTP non è qualcosa si semeplicissimo soprattutto per chi è alle prime armi anche se esistono alcuni segnali che possono sancire un andamento più o meno positivo.
I BTP sono i buoni dl tesoro messi a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti da parte dello stato italiano e costituiscono una strumento di investimento basato sulla possibilità di investire una determinata somma in questi titoli di stato, a mo di prestito.
Si tratta di uno strumento a rischio relativamente basso anche perchè esiste una forma minima garantita di reddito basato sulla scadenza: in sostanza, nelle varie scadenze, se si mantiene il proprio investimento sul titolo di stato, questo genererà un guadagno graduale.
I BTP tradizionali sono stati concepiti nel 20° secolo e presentano scadenze molto varie in genere si parla di 3, 5, 10, 15, 30 fino a 50 anni, chiaramente per venire incontro alle esigenze più disparate, tutti questi generano delle cedole di rimborso a cadenza semestrale, che una volta pagata, evidenzia anche il “guadagno” generato da un tasso fisso.
Anche se sono a “rischio basso” i BTP tradizionali forniscono una cedola variabile a seconda vari fattori, in quanto se al momento dell’emissione ed alla scadenza il valore effettivo di ogni cedola è sempre lo stesso (“parte” da un valore di 100), ogni cedola sviluppa l’equivalente di un “guadagno” di 2,50 % fino alla scadenza ma che può sensibilmente mutare.
In generale quando si parla di BTP si fa riferimento alla variante più comune ed impiegata quando l’intenzione è quella di ottenere un guadagno anche non molto elevato ma praticamente sicuro e costante, nel corso degli anni, anche per proteeggere i propri risparmi dall’inflazione, che tende inevitabilmente ad “erodere” il potere d’acquisto dei propri soldi se questi non sono “movimentati” dal punto di vista finanziario.
In questa fase specifica storica del nostro paese, dove anche i piccoli risparmiatori meno “attivi” stanno comprendendo il concetto di investimento non tanto per guadagnare quanto per non andare incontro ad una perdita del potere d’acquisto del denaro investito, una forma generica di titoli di stato come i BTP corrispondono a qualcosa di continuamente più conosciuto.
Si tratta di una forma di bond che presenta svariati vantaggi, uno su tutti la possibilità di ottenere una generica tassazione agevolata pari al 12,5 %, allo stesso modo sono presenti anche altri vantaggi come l’assenza di una imposta di successione per tutti i titoli di stato.
I titoli di stato risultano essere messi a disposizione dal MOT (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato) che è gestito dalla Borsa Italiana S.p.A, e possono esseree acquistati così come venduti anche dopo l’emissione ufficiale e prima della scadenza naturale, per i privati si tratta di qualcosa che è possibile fare attraverso un intermediario, generalmente una banca oppure un ufficio postale.
La tradizionale utenza non può quindi avere un accesso diretto al mercato che viene gestito per l’appunto da intermediari: molte società finanziarie sono incaricate nella gestione dei titoli di statao così come alla vendita ed allo sviluppo di proiezioni, che per forza di cose, tengono conto dell’andamento della situazione del nostro paese, ma anche in relazione ai rapporti economici e politici sia con le altre realtà del continente ma anche quelle di tipo extra europeo.
I BTP partono da “tagli” da 1000 euro ma possono essere anche acquistati nei multipli di tale cifra, e sono considerati nella loro variante standard privi di grandi sorprese, proprio perchè sono legati alla stabilità dello stato italiano e delle sue economie: per non pagare le cedole di titoli di stato una nazione come l’Italia dovrebbe praticamente fallire, eventualità ai limiti dell’impossibile.
Discorso diverso per i BTP Italia, adottati circa un decennio fa, ed anche se mantengono la forma della aversione standard, questi presentano una cedola maggiormente variabile, influenzata direttamente dall’andamento dell’econonomia italiana e del costo della vita. Anche se questa variante presenta comunque una soglia di guadagno minima, pari al 2 % e costituiscono una metodologia di investimento maggiormente a breve termine, generalmente 4, 5, 6 o 8 anni, ma sono realmente convenienti se mantenuti fino alla scadenza, infatti non a caso lo stato concepisce una forma generalizzata di “premi” per tutti gli investitori che non vendono il BTP Italia prima della scadenza.
Trattandosi di una forma di bond dal valore variabile, quindi una forma di investimento teoricamente più “rischiosa” rispetto a quello tradizionale, bisogna fare attenzione particolare alla condizione economica del nostro paese e dalle potenzialità in fatto di consumi dello stesso, tenendo conto che un BTP Italia in linea di massima è legato all’inflazione, uno con scadenza a 5 anni genera un reale guadagno cedolare pari al 4,5 %, mentre uno con scadenza a 8 anni può generare un guadagno che si avvicina al 6 % sull’importo investito.
Con l’inflazione che aumenta, i guadagni progressivi che possono essere ottenuti alla scadenza del BTP sono sensibilmente più elevati, perchè essendo titoli di stato, quest’ultimo concepisce come un rischio maggiore questa forma di investimento che però è maggiormente improntata come dire al guadagno progressivo per beni da non cedere o interrompere nella loro applicazione prima della scadenza.
La lista dei titoli di stato è oramai piuttosto elevata, attraverso vari portali è possibile ambire ad una forma di “panoramica” sui guadagni possibili che è possibile aspettarsi, come quello della borsa italiana. Anche se i BTP sono qualcosa di “sotto controllo”, è impossibile pensare di concepire una forma di proiezione precisa al 100 %, la scadenza più in voga è quella di 8 anni che garantisce un buon compromesso tra il tipo di “rischio” e la generalizzata capacità di generare una cedola suffcientemente interessante.
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