Il 21° secolo è iniziato sotto “cattivi auspici” e presagi dal punto di vista economico e finanziario, a partire dalle varie crisi economiche fino ad eventi sociali e culturali che hanno messo in discussione molti fattori apparentementemente stabile, in tutto questo contesto la tecnologia si è fatta sempree più diffusa ed importante anche nei contesti finanziari, dati gli indubbi vantaggi legati alla moneta elettronica, ma è stato anche l’inizio dell’epopea di Bitcoin, che ha dato vita all’idea che è alla base delle criptovalute. Oramai si tratta di un qualcosa di “abbastanza accettato” e riconosciuto anche dalle legislazioni europee ed italiane, per questo nei vari portali di finanza le previsioni su Bitcoin trovano enorme spazio.
Bitcoin, funzionamento e significato
Ma come funziona Bitcoin? Il concetto di criptovaluta, intesa come risorsa economica/monetaria di tipo elettronico che però non fa ricorso ai tradizionali sistemi bancari, è stata inizialmente solo teorizzata a partire dalla fine del 20° secolo: la prima “traccia” di questa definizione risale infatti agli anni 90, come forma di denaro elettronico che “sfugge” al controllo diretto della finanza e dello stato, che è poi divenuto anche realtà con l’affermazione di Bitcoin, concepito tra il 2008 e 2009.
L’autore di Bitcoin ancora oggi non è stato identificato letteralmente, in quanto da anni si fa chiamare con uno pseudonimo, Satoshi Nakamoto, che potrebbe rappresentare un’unica persona oppure un gruppo di programmatori che con un fare molto “pioneristico” hanno ideato il concetto stesso di criptovaluta.
Più che essere una valuta elettronica tradizionale costituisce una forma di risorsa digitale che è stata ideata come metodo di pagamento alternativo, che opera esclusivamente attraverso una serie di computer collegati ad una medesima rete, attraverso un ecosistema dominato dalla blockchain, una forma di “libro mastro” che ha funzioni di catena di blocchi contenenti le transazioni.
Ciò che viene acquistato e venduto dagli investitori sono i BTC, ossia i “token”, la rappresentazione effettiva della valuta effettiva, che viene concepita dal mining, ossia l’opera di “estrazioni” di dati attraverso i pc collegati sulla stessa rete (denominati “nodi”), condizione che è appannaggio di grandi calcolatori ma anche di comuni PC, che sviluppano attraverso questa operazione generalmente dispendiosa dal punto di vista energetico delle ricompense, che sono proprio i BTC, la risorsa effettiva di Bitcoin.
Questi sono utilizzati come merce di scambio e risorsa vera e propria in un sistema decentralizzato, in sostanza nessun governo, stato o banca può intervenire in modo diretto per controllare o influenzare la richiesta e quindi il valore, condizione che non segue quindi le tradizionale regolamentazioni, provocando quindi dei dissapori con molti governi. In Italia così come in buona parte dell’Europa, le criptovalute sono oramai “tollerate” , riconosciute e tassate, inquadrate come risorse da investimento.
Attraverso il sistema decentralizzato, ciò che rende Bitcoin come sistema di pagamento e risorsa vera e propria realmente interessante è proprio la possibilità di investire su queste risorse attraverso l’acquisto di un numero specifico di Bitcoin o dei suoi multipli, attraverso i vari portali di trading online, ed il valore di ogni criptovaluta viene unicamente influenzato dalla richiesta del mercato, in sostanza maggiori sono le quantità di transazioni di acquisto, più alto sarà il valore, ma è anche valido il concetto opposto, condizione che ha reso Bitcoin una risorsa molto chiacchierata, capace di generare enormi guadagni ma anche grandi perdite.
Questo è piuttosto evidente dallo “storico” vero e proprio di Bitcoin, che alla fine del 2008 aveva un valore molto basso, pari a 0,00076 $ per singolo BTC, in un contesto ancora a digiuno “informativo”. Nel giro di pochi anni però molti hanno deciso di puntare su questa risorsa che operando in un settore basato su crittografia, gode di una certa forma di anonimato.
Bitcoin, ecco le previsioni di giugno 2023
Nel 2013 Bitcoin ha superato per la prima volta la soglia dei 1000 dollari per singolo BTC, e seppur in un modo non così “stabile”, il valore ha continuato a salire fino a pochi anni fa: nel 2021 infatti, anche per numerose influenze di enormi investitori (definiti nel gergo tipico delle criptovalute come whale, balene) anche decisamente famosi come Elon Musk ed altri “visionari” che fin dalla prima grande diffusione del mondo crypto, i valore per singolo BTC ha sfiorato i 70 mila dollari, in modo particolare è stato proprio Musk a “spingere” nuovi investimenti verso il mondo crypto dopo aver annunciato la possibilità di utilizzare queste risorse per l’acquisto dei veicoli del proprio marchio Tesla, anche se in seguito il magnate sudafricano ha fatto un vero e proprio dietro front.
Questo relativamente rapido “sali scendi” ha contribuito a far capire bene il concetto di volatilità del valore, che è una prerogativa unica di queste risorse, influenzato anche da fattori politici (gli Stati Uniti hanno inquadrato da anni una certa politica di attenzione nei confronti delle crypto pur mantenendo legale il funzionamento) mentre in altre nazioni il controllo da parte dello stato sull’intero compendio categorico è più rigido.
Il 2022 è stato negativo per Bitcoin che ha rischiato più volte di finire “sotto” i 10 mila dollari di valore, quindi quasi 7 volte di meno rispetto a pochi anni prima, ciò è stato causato anche dalla crisi energetica (il mining come detto necessita di un ingente quantità di risorse) ma anche dall’affermazione di altri mercati.
Bitcoin però resta la criptovaluta per eccellenza, ed è simbolica di tutta la categoria, di questo periodo i BTC hanno riacquisito gran parte del loro valore iniziale, pur non avendo nuovamente raggiunto i picchi sopracitati: ad oggi Bitcoin vale intorno ai 27 mila dollari, circa il 35 % in più rispetto alla fine del 2022.
I fattori che indicano un incremento ed una maggior fiducia, che è necessaria come osservato per il futuro anche a breve termine di questa valuta, sono vari, una migliore condizione energetica, poltiche meno stringenti nei confronti delle crypto. Il mercato principale capace di influenzare il valore futuro di Bitcoin resta quello dell grandi potenze, come Stati Uniti ma anche la Russia, che in modo diverso tendono a modificare i mercati.
Per giugno diversi esperti sono divisi in merito all’affermazione di un nuovo incremento: le proiezioni evidenziano un possibile calo nella prima settimana di giugno, mentre dalla metà in poi Bitcoin potrebbe ritrovare un incremento e superare i 33 mila dollari.