Pane burro e marmellata e besciamella fatta in casa…che cosa hanno in comune questi due gustosi piatti? Oltre al fatto che sono tutti buonissimi, ciò che li accomuna è il burro. Ma chi ha il colesterolo alto può mangiare il burro? Oppure, invece, farebbe meglio a toglierlo dalla propria alimentazione? Ecco che allora, in quest’articolo, vedremo insieme qual è i rapporto che lega burro e colesterolo e quanto burro si può mangiare se si ha il colesterolo alto.
Il rapporto tra burro e colesterolo non è mai stato un rapporto facile in quanto di fronte alla loro unione, l’opinione comune e quella scientifica, si è sempre divisa a metà. Da una parte ci sono i fervidi sostenitori del loro rapporto e dall’altra i fautori della loro separazione. A chi si da allora la ragione? E perché il burro viene etichettato come uno degli alimenti più dannosi in caso di colesterolo alto? E’ il caso di fare un po’ di chiarezza.
Che il burro sia uno dei tantissimi alimenti da evitare in caso di colesterolo alto è ormai risaputo e questo viene da un dato tecnico: si sa che una delle cause dell’ipercolesterolemia è proprio il consumo eccessivo di cibi ricchi di grassi e specialmente i grassi saturi e il burro di grassi saturi ne ha davvero molti, circa 51 g ogni 100 g.
Proprio a causa del suo alto contenuto di grassi saturi e di colesterolo, il burro è stato per diversi anni etichettato come uno dei più temibili nemici di chi soffre di questa condizione ma c’è da dire che oggi, diversi studi scientifici, hanno evidenziato che non tutti i grassi saturi hanno un impatto negativo sui livelli di colesterolo.
Alcuni di loro, come ad esempio l’acido laurico, pare che riescano a migliorare la quantità di colesterolo HDL, ovvero il colesterolo conosciuto anche come “buono”, abbassando così il rischio cardiovascolare. Uno studio in particolar modo ha messo a confronto gli effetti del burro e dell’olio d’oliva sui livelli del colesterolo e al termine la ricerca ha mostrato diversi aspetti molto interessanti.
L’assunzione moderata di burro ha aumentato sia il colesterolo totale che quello LDL e anzi in quantità maggiore rispetto a quanto abbia fatto l’olio di oliva. Al tempo stesso si deve notare che ha aumentato anche il colesterolo HDL, mantenendo completamente inalterato il rischio vascolare. Uno studio conclude pertanto che chi soffre di ipercolesterolemia dovrebbe limitare al minimo il consumo di burro ma chi invece ha i valori nella norma può introdurre una quantità moderata di burro all’interno della propria alimentazione.
A favore del burro però, bisogna anche aggiungere, che i grassi saturi che contiene sono per lo più il laurico e il butirrico. Si tratta di grassi saturi a catena corta, più facilmente metabolizzati dall’organismo ed utilizzati come fonte di energia. E’ il caso, quindi, di smettere di demonizzare il burro ed adottare nei confronti dell’alimentazione un atteggiamento decisamente più olistico.
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