Servizi come Netflix hanno già dimostrato l’importanza di una forma diffusa di una forma di intrattenimento attraverso lo streaming, condizione che esiste in Italia e nel resto del mondo in modo specifico anche e soprattutto grazie al servizio di servizi di intrattenimento digitale, che a fronte di uno specifico costo mensile, hanno modificato le abitudini di milioni di persone, e portando allo sviluppo in una direzione definita anche il contesto della produzione di serie e film. Il prezzo di Netflix “tiene banco” da diversi anni, anche perchè la compagnia statunitense, che opera in gran parte del mondo, ha già modificato verso “l’alto” i costi di abbonamento, provocando una sorta di isteria o comunque fastidio da parte dell’utenza in senso generale.
Netflix, strategia e diffusione di un “colosso”
Il costo infatti tiene conto di tantissimi fattori, a partire da quelli legati alle produzioni proprie, in quanto la compagnia di intrattenimento statunitense, nata negli anni 90 ma affermatasi definitivamente con il 21° secolo, da oramai circa un decennio fa largo uso di serie e film prodotte in modo proprietario, la prima è stata indubbamente House of Cards, la prima di numerose che ancora oggi contribuiscono ad arricchire il già corposo catalogo presente.
Buona parte del contenuto però risulta essere comunque acquisito tramite licensa, ed essendo una compagna diffusa in gran parte del mondo, in particolare dal 2015 in poi ha visto i propri contenuti aumentare così come i ricavi, che in buona parte sono serviti anche a coprire i costi di lancio.
Netflix infatti, come pioniere del servizio streaming per eccellenza, ha avuto un impatto culturale di grande importanza, ma anche uno vero e proprio di tipo energetico, basti pensare oltre un terzo del traffico Internet negli Stati Uniti.
Da circa una quindicina di anni il servizio è arrivato anche in Europa, e con l’affermazione dello stesso in realtà come quella asiatica ed africana, i partner sono aumentati: come molte altre società i costi di abbonamento un tempo abbordabili sono indiscutibilmente aumentati, anche se in un modo non uguale per tutte le realtà.
Inoltre per venire incontro a diverse categorie di utenti e dispositivi da diversi anni i piani di abbonamento risultano essere 3, quello base, lo standard e premium, che differiscono per qualità video ma anche possibilità di condividere i propri profili, aspetto che proprio in questo periodo risulta essere divenuto una sorta di “pomo della discordia” , anche perchè secondo molti appassioonati gli aumenti non sono giustificabili da una qualità in aumento dei prodotti, specie quelli realizzati autonomamente da Netflix.
Ad oggi gli abbonati di tutto il mondo sono più di 220 milioni, anche se dal 2022 Netflix ha affrontato il primo grosso calo di rincari e ricavi della propria storia, che corrisponde a vari fattori, uno su tutti una maggior quantità di competitors che hanno “eroso” abbonati al colosso statunitense, a partire da Disney +, fino ad Amazon con Prime Video, fino a Apple TV e Paramount Plus (negli Stati Uniti è molto comune anche Hulu), a tutto ciò va ad aggiungersi una serie di investimenti su prodotti che non si sono rivelati così remunerativi, e dopo un decennio abbondante passato ad acquisire utenti, come ogni azienda simile anche Netflix ha iniziato a farsi i “conti in tasca”, sviluppando dapprima un aumento sul costo mensile, già presente in Italia dal 2022, oltre al blocco della condivisione standard degli account, che proprio in questo periodo è divenuto realtà.
Prezzo di Netflix: ecco cosa potrebbe cambiare, assurdo
Dopo il contesto della pandemia, che ha costretto milioni di persone a “barrcarsi” in casa, condizione che ha portato lo streaming in una fase partcolarmente florida, Netflix come tutti gli altri concorrenti sono stati portati a mantenere una serie di strategie che hanno causato diversi cambi strutturali del servizio.
Attualmente i costi legati ai piani tradizionali sono attualmente i seguenti:
- Base con pubblicità: 5,49 euro al mese;
- Base: 7,99 euro al mese;
- Standard: 12,99 euro al mese;
- Premium: 17,99 euro al mese.
Il primo corrisponde a qualcosa di “nuovo”, che prevede l’inserimento di pubblicità prima e durante la fruizione del servizio, di circa quattro minuti ogni ora, il catalogo non comprende tutte le serie ed è disponibile una risoluzione massima di Full HD.
Il piano base funge su un solo dispositivo alla volta, ma non è presente pubblicità ed è incluso il servizio HD oltre all’intero compendio di prodotti.
Quello standard è sicuramente quello più comune, funge su due dispositivi contemporaneamente, in Full HD e senza pubblicità, mentre il premium è quello completo, funziona su quattro dispositivi alla volta e da l’accesso alla risoluzione Ultra HD, permettendo di scaricare
I titolari dei servizi di abbonamento Standard e Premium da pochi giorni sono stati modificati in un nuovo compendio di novità, che porta il concetto di nucleo familiare su binari stringenti: in sostanza, le politiche di condivisione degli account spesso utilizzati da più persone anche in luoghi molto lontani, hanno portato la società a prendere la decisione di adibire un nuovo utente per ogni account ad un costo di 4,99 euro aggiuntivo.
Gli utenti Standard possono aggiungere un utente extra, quelli con il piano Premium fino a due.
Il concetto di nucleo familiare corrisponde ad una serie di dispositivi di ogni tipo che sono collegati su una medesima ed unica connessione internet di tipo Wi fi, se un dispositivo tenta l’accesso attraverso una connessione diversa, il sistema di verifica invia una mail di conferma presso l’indirizzo utilizzato per l’iscrizione, messaggio che chiede la conferma dell’utilizzo che dura per 7 giorni.
La scelta è stata giustificata per incentivare la creazione di nuovi piani da zero oppure di fare uso di quelli aggiuntivi, come specificato, anche se l’azienda ha comunque fatto registrare nuovi utili ed è tornata in positivo nel bilancio dalla fine del 2022.
La strategia di Netflix in questione, pur percepita in modo molto “fastidiosa” da parte dell’utenza non dovrebbe quantomeno provocare ulteriori aumenti nel breve periodo, aumenti che sono stati anche giustificati dai costi in aumento dell’industria dell’intrattenimento e della necessità di adattarsi tecnologicamente così da offrire prodotti migliori.
Solo il tempo potrà effettivamente dire se la strategia del colosso dello streaming avrà pagato.