Il gettone telefonico rappresenta uno di quegli oggetti che testimoniano la rapida evoluzione tecnologia delle ultime decadi. Se un tempo infatti i gettoni erano molto diffusi e averne qualcuno era all’ordine del giorno, adesso sono dei veri e propri pezzi da museo da conservare gelosamente in attesa che il valore diventi sempre più interessante. Le persone hanno difatti smesso di utilizzare i gettoni con l’arrivo delle tessere telefoniche che hanno sostanzialmente svolto la stessa funzione, e poi con il graduale sviluppo della telefonia mobile che ha reso gettoni e schede obsoleti, così come le cabine telefoniche, sempre più rare da trovare nelle nostre strade.
I gettoni telefonici nascono quasi un secolo fa, per la precisione nel 1927, nello specifico con un modello realizzato dalla Stipel (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda), la principale azienda telefonica dell’Italia lombardo-piemontese. Da quel momento in poi i gettoni iniziano a diffondersi sul territorio italiano, anche se solo durante il dopoguerra questo sistema raggiunse la maturazione definitiva con il celebre modello a 3 scanalature, prodotto da Teti a partire dal 1945. Questo modello presenta 4 cifre su uno dei lati, cifre che riportano l’anno ed il mese di realizzazione.
Ma quale gettone è così raro da valere una fortuna?
Va considerato innanzitutto che fino al 1964 ogni azienda telefonica sviluppava i propri modelli di gettoni: proprio la TETI nel 1935 sviluppò un modello basato sull’alluminio seppure in ridotte quantità. Il modello in questione è riconoscibile per l’aspetto zigrinato e per la vistosa sigla presente su uno dei due lati. Questo modello è considerato estremamente raro anche dal punto di vista collezionistico: un esemplare in buone condizioni vale fino a 30 euro, ma un esemplare in condizioni di conservazione particolarmente buone può valere fino a 10 volte tanto, ossia ben oltre i 200 euro. Ovviamente, col passare del tempo questo tipo di oggetti tenderà ad essere sempre più desiderato, quindi vi consiglio di dare un’occhiata ai vecchi gettoni, non si sa mai che possano nascondere un bel valore.