Per comprendere davvero il perché della perdita di valore dell’euro è importante guardare verso due direzioni: verso la Russia e l’Ucraina e verso gli Stati Uniti. Era difatti dal 2017 che non si verificava un calo del valore così repentino. Da una parte, infatti, il conflitto armato ha portato a galla per l’Unione europea tutte le falle di una politica energetica esageratamente dipendente da Mosca, aprendo una crisi economica senza precedenti nell’area. Dall’altro lato, il disallineamento di politiche monetarie tra la Fed statunitense e la Bce, con la prima orientata a innalzare i tassi di interesse in maniera più marcata per contrastare l’inflazione, ha fatto il resto.
Quali conseguenze ci aspettano?
Molto difficile risulta prevedere cosa questo abbassamento del valore dell’euro causerà in ambito economico: se infatti rappresenta un vantaggio per le aziende esportatrici, va anche detto che questa situazione porta ad una maggiorazione del costo delle materie prime, pertanto non è detto che ci sia da esultare. Inoltre, la politica monetaria della Fed è molto più restrittiva di quella della BCE, pertanto nel medio termine un deprezzamento dell’euro è molto probabile. Anche il costo del gas importato dagli Stati Uniti aumenterà, mentre rimarrà invariato il costo del gas russo.
La possibilità che l’euro perda molta della sua potenza è ormai davvero alta, ma si spera che gli organi competenti a riguardo, come la BCE, riescano ad arginare le conseguenze di tutto questo. Anche in passato l’euro ha vissuto dei momenti di grande difficoltà sul piano geopolitico, ma con la forza dell’unione ne è sempre uscito più forte. Non sappiamo se anche questa volta ci riuscirà, ma ciò che più preme agli europei è la fine di questa inflazione spropositata che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza delle classi meno abbienti.
Non andare nel panico è sicuramente un consiglio che tendo a darvi: visto il periodo di incertezza generale è meglio essere cauti e confidare nell’unità europea.