Non è raro che diverse monete degli altri stati dell’Eurozona siano comuni anche in Italia, specialmente se si tratta di stati confinanti. Lo sono, ad esempio, monete tedesche, avrete sicuramente visto spesso, i 2€ con l’aquila stilizzata ad ali semi-spiegate; oppure monete da 1€ spagnole con il ritratto del Re.
La moneta che andiamo ad analizzare oggi, al contrario, non è poi così comune, ma decisamente non è affatto rara così come la definiscono alcuni giornaletti online. Si tratta della “moneta con il gufo” che, di fatto, rappresenta una civetta. Questo esemplare, è appartenente alla serie delle monete Greche; e nelle prossime righe di questo articolo, vedremo alcune caratteristiche e capiremo quanto vale realmente.
Analisi e valore della moneta
Come prima cosa, iniziamo dal dire, che il retro della moneta, così come tutte le altre monete degli altri stati, è identico per tutti i paesi dell’UE; a cambiare, è solo la raffigurazione della parte anteriore. Su di essa, nella caso della moneta greca da 1€, si trova la raffigurazione di una civetta che guarda lo spettatore. Accanto ad essa, sulla destra, si trova in grande la scritta 1 “EYPΩ”, il valore nominale scritto con in caratteri dell’alfabeto greco. Dietro la civetta, si trova, poi, il simbolo della Zecca di Atene, che, al contrario, di molti paesi dell’UE non è una lettera bensì un fiore; l’Anthemion.
Il valore di questa moneta non è assolutamente elevato. Che cosa le potrebbe conferire, dunque, il prezzo di 43.000€? Un bell’errore di conio. Sul noto e-commerce di vendita online Ebay, è presente proprio questa moneta in vendita in decine e decine di esemplari. Ognuno di essi, secondo chi ha pubblicato l’annuncio, presenta un difetto di fabbrica. Alcuni di essi risultano, effettivamente sinceri, in quanto sono presenti foto di monete con il millesimo di conio mancante, oppure il simbolo della Zecca. Altri, invece, non sembrano avere niente di errato, almenochè non si tratti di particolari che noi non siamo in grado di scorgere. In ultima analisi, sì, dobbiamo ammettere che è possibile che una moneta arrivi ad avere quel valore; ma dovrebbe essere un difetto veramente enorme, lampante agli occhi di tutti, che lasci credere, insomma, che quell’esemplare sia unico al mondo.