Le 20 Lire del 1982 sono quelle conosciute come Lire Quercia. Furono coniate dla 1956 al 1999 e sono particolarmente interessanti rispetto ad altre monete comuni. Questo perchè nel corso degli anni della coniazione, subirono diversi cambiamenti che ne accrebbero la particolarità e, di conseguenza, il valore. Andiamo ad analizzarne alcune e scopriamo quanto valgono.
20 Lire Quercia
Al dritto della moneta, troviamo subito ciò che le ha dato il nome; si trova un ramoscello di quercia con 4 foglie ed una ghianda. In questa prima edizione prodotta fino al 1959, esso è rappresentato molto gracile, mentre in alcune varianti succesive, acquistò corposità e spessore. Accanto al ramo, vi sono: sulla destra il valore nominale della moneta con la scritta L 20, in basso la lettera R come rappresentanza della Zecca di Roma e dalla parte opposta, a destra vicino alla ghianda, il millesimo di conio.
Dall’altra parte, invece, al verso dell’esemplare, troviamo la classica testa di donna ornata di spighe. Essa è rappresentata che guarda a sinistra e tutto attorno al capo, quasi a fare da cornice, si trova la scritta “REPVBBLICA ITALIANA” eccetto che al centro, dove si trova la scritta “Giampaoli“, ovvero l’autore.
Come dicevamo prima, però, negli anni succesivi ci furono diverse varianti, alcune prersentano, ad esempio una lettera P sotto il millesimo di conio. In quel caso, essa rappresenta l’inziale delle parola “personale“. Di fatti, dopo poco tempo, tutte le Lire del 1956 furono ritirate misteriosamente dalla circolazione; i pochissimi esemplari rimasti furono destinati al personale della Zecca cui fu fatta un’incisione apposita. Altre varainti sono, poi, nel carattere dei numeri, che cambiò dal 1957, o la scritta prova, per la coniazone del 1968.
Il valore
Come potrete immaginare, molti di questi esemplari valgono una fortuna che arriva a sfiorare anche i 2000€. Un po’ più lungimirante, invece, è colui che ha deciso di mettere in vendita su Ebay un esemplare del 1982 alla modica cifra di 100 mila Euro. In questo caso, si tratta di un esemplare con il carattere dei numeri e del ramo stretti, senza la famosa lettera P. Il prezzo, dunque, come in molti di questi casi, potrebbe essere attribuito ad un errore di conio che, qui, sembra essere un rialzo eccesivo della cornice della moneta.