Le novità sull’utilizzo del bancomat, sia come servizio di prelevamento che come metodo digitale di pagamento, non tardano mai ad arrivare. Sono numerose le notizie che richiedono la nostra attenzione ed in questo articolo, ne analizzeremo alcune. La prima, in assoluto, che tutti avrete ormai sentito al telegiornale, è quella delle nuova proposta del Governo di fare marcia indietro sui pagamenti elettronici sotto una certa cifra; in quanto, secondo la presidenza, incentiverebbe l’evasione. Fino a qualche mese fa, infatti, avevamo avuto a che fare con la legge che vietava ai commercianti di rifiutare un pagamento con la carta qualsiasi fosse l’importo. Dopo numerosi mesi di chiacchiere e proteste, però, la situazione sembra in procinto di cambiare di nuovo.
Le commissioni per i pagamenti elettronici, infatti, per molti commercianti, sono effettivamente insostenibili e se queste, nella fattispecie sono detratte da piccoli importi, il guadagno per il venditore si rivela quasi nullo. Per queste ragioni, di fatto, potrebbe essere comprensibile la scelta di voler fare dietro front sulla decisione precedente del vecchio Governo.
Pagamenti digitalizzati
La questione, però, contemporaneamente, va contro le ultime novità in quanto a debancarizzazione che stiamo vivendo. Sempre più banche stanno rimuovendo le loro filiali fisiche e sportelli di prelevamento per prediligere ampiamente l’home banking. Le stazioni di prelevamento diventano più rare poiché obsolete, e pagare con la carta risulta non solo più prediletto ma, a questo punto, anche necessario. Numerose sono, inoltre, le stime degli esperti che annunciano che il contante non esisterà più nel giro di una decina d’anni.
Nel frattempo, staremo a vedere quali saranno i cambiamenti in merito a questa situazione. Perchè se dapprima lo Stato incentivava il cittadino ad adattarsi sempre di più al pagamento con la carta, adesso lo esorta ad avere del contante sempre con se. È inevitabile notare, inoltre, che si tratta di un evento che, decisamente, va contro corrente alle modalità attuate dagli altri stati appartenenti all’Eurozona che stanno lentamente avviandosi ad un’economia prettamente digitale.