Il nostro viaggio nel mondo delle vecchie monete, oggi fa tappa in Inghilterra soffermandosi su una bellissima moneta: la Sterlina d’oro, in origine chiamata “sovrana” che vuol dire “assoluto” o “superiore” ed è un collegamento ai monarchi regnanti in quel momento.
La moneta sovrana venne rilasciata per la primissima volta sotto il re Enrico VII nell’anno 1489 e l’ultima volta nel 1604. Le sovrane del 1817 sono diventate successivamente una vera rarità numismatica e sono scambiate a prezzi alquanto elevati: la sterlina d’oro è, infatti, proprio la moneta più coniata al mondo avente un numero totale in circolazione di oltre un miliardo.
Questa moneta presa in considerazione presenta il volto della, ormai purtroppo ex, Regina Elisabetta II, salita al trono a soli 26 anni nel lontano 1952 non appena morì il padre re Giorgio VI. La sovrana è stata la più longeva di tutta la storia inglese e aveva festeggiato, nel 2016, il suo 90° compleanno. Il suo ritratto è stato riportato sulle sterline d’oro ed è stato aggiornato per ben 4 volte fin dalla prima edizione coniata nel 1957, quindi ne esistono attualmente 5 versioni.
La parte anteriore della moneta mostra il dolce viso della monarca precedente in carica della Gran Bretagna, dal 1952 fino al 2022, è stata la regina Elisabetta II. La coniazione delle sterline oro si è tuttavia interrotta diverse volte nel corso degli anni e si parla di “vecchie sterline oro” per quelle antecedenti al 1957 e di “nuove sterline oro” per quelle successive.
Le sterline coniate dal 1957 al 1968 vengono chiamate anche “fiocco” per il caratteristico nastro che lega i bellissimi capelli della regina e per tutte le coniazioni successive il ritratto presenta proprio la testa della regina coronata. Ma vediamo adesso il valore che ha acquistato oggi questa moneta.
La quotazione della sterlina oro raffigurante il volto di Elisabetta II, di base corrisponde al valore intrinseco dell’oro che vi è contenuto ma generalmente tutti gli operatori professionali in oro la acquistano con spread molto contenuto che può arrivare anche ad un minimo del 2% dalla quotazione di borsa del momento.