Il Canone Rai corrisponde ad una forma di “imposizione” di pagamento che non è stata mai realmente “assorbita” concettualmente da nessuno in particolare ma che pur risultando “giustificata” dalla diffusione della televisione, fatica ad essere effettivamente “non disprezzata”. Confermato anche per il 2023, il canone televisivo spesso associato alla Rai, ha fatto nuovamente parlare di se facendo entrare anche nel merito la politica.
Canone Rai 2023, come si pagherà? Ecco tutte le novità
Questo perchè diversi rappresentanti che oggi fanno parte della maggioranza di governo hanno caldeggiato l’ipotesi di un cambio di rotta rispetto alla formulazione mantenuta dal 2016 fino al 2022, addirittura ipotizzando l’abrogazione completa del Canone Rai, come spesso “voluto” da una ricca percentuale degli italiani, dati alla mano.
Del resto in altri paesi europei e non solo la tassa televisiva, che fa generico riferimento al possesso di un televisore e non al suo utilizzo, non è sempre presente almeno nella formula che conosciamo oggi, spesso accorpata ad altre imposte, come ad esempio quelle legate all’assicurazione dell’auto.
Tuttavia l’ordinamento italiano ha ancora concreto bisogno di questa tassa, che ogni anno fa entrare oltre 1 miliardo e mezzo di euro nelle casse dello stato, per questo motivo in particolare è stata mantenuta la formula del 2023, che prevede l’associazione in bolletta della luce del canone Rai, portato a 90 euro dai precedenti 113 dal governo Renzi.
L’importo è stato quindi rateizzato in 10 rate da 9 euro l’una, formula che non è stata apprezzata dalla cittadinanza ma ha permesso di aumentare di molto gli importi in entrata, soprattutto considerando che il Canone Rai corrisponde probabilmente alla tipologia dai tassa più evasa in assoluto: prima del 2016 infatti con la precedente formulazione tramite bollettino solo il 3 % degli italiani pagava regolarmente il canone Rai, percentuale aumentata all’attuale 27-30 %.