La parola Bancomat viene utilizzata da quasi 40 anni con una buona regolarità anche se non corrisponde ad una definizione esatta, in quanto viene sfruttata impropriamente quasi sempre, diventando quasi un aggettivo in senso effettivo, quando è il nome di un consorzio bancario che dagli anni 80 è stato uno dei primi a permettere di utilizzare i pagamenti tramite tessera ed in seguito anche di sviluppare i prelievi.
Bancomat, fate attenzione, da questa data cambierà tutto
Bancomat è anche utilizzato come termine per definire lo sportello oltre che “l’azione” dell’utilizzo, ed a partire dai primi anni 2000, in particolare con la prima diffusione di Internet e della moneta elettronica per tutti (anche grazie alle prime prepagate come Postepay), anche un paese tradizionalista rispetto al denaro ha visto la diffusione dei prelievi, che però sono sempre visti in maniera “sospettosa” da parte dello stato.
Non perchè siano pericolosi, le ragioni sono legate alla diffusione dei contanti, che proprio tramite questi sportelli continua ad essere importante, e come abbiamo già trattato in separata sede, lo stato cerca di limitarne la diffusione in quanto “poco tracciabili” e sicuri.
Se il “pericolo” eliminazione degli sportelli è comunque da scongiurare in quanto elementi troppo importanti, anche in futuro, diverso è il discorso sulle commissioni di pagamento in relazione ai prelievi che con sempre meno sportelli, ha disposto le banche ed i circuiti come Bancomat a provare a far cambiare le politiche in merito a queste tariffe, ad esempio chiedendo l’abrogazione della commissione interbancaria, una forma di tariffazione “fissa” legata al tipo di circuito impiegato, che “scatta” in modo specifico quando si compie una operazione presso una banca che non è quella nostra.
Per ora, almeno fino a fine 2023, le cose non cambieranno ma dal 2024 potrebbero essere le singole banche a decidere gli importi aggiuntivi da legare alle operazioni, con un probabile costo maggiore.