Il risparmio postale è oggi corredato da un ampio compendio di servizi e prodotti, tutti gestiti dalla Cassa depositi e prestiti e quindi legati allo Stato Italiano che si occupa anche di ogni eventuale “crisi” o problema di sorta. Di questi prodotti, il libretto postale costituisce la forma più longeva e probabilmente più conosciuta in senso assoluto tra questa forma di prodotti, in quanto è stato concepito durante i primi anni di vita del Regno d’Italia e pur essendo cambiato molto, la funzione è rimasta la stessa.
Se hai questo vecchio libretto postale sei ricco sfondato: FOTO
Il libretto postale infatti è la forma più semplice di buono di risparmio/libretto, tipologia di prodotto legata ad un contesto finanziario e bancario ma che è disponibile anche in questa forma semplificata che non è orientata al ruolo di obbligazione come il buono postale (che a sua volta è simile al caratteristico titolo di stato) ma è più simile ad una forma di conto libretto, concepito quindi con fare conservativo del denaro.
I libretti moderni sono infatti muniti di IBAN e sono la forma più utilizzata dai cittadini italiani per ricevere la pensione e lo stipendio, inoltre non hanno costi veri e propri se si esclude l’importo dell’imposta di bollo, obbligatoria per qualsiasi forma di strumento di risparmio, necessaria per le giacenze medie di importo superiore a 5000 euro annui.
I vecchi libretti di risparmio sono anche oggetti interessanti e collezionabili, se si presentano in ottimo stato in particolare quelli emessi ed utilizzati tra gli anni 20 e 30 possono valere cifre anche niente male, corrispondenti a importi che si aggirano intorno ai 100 ed i 250 euro, a seconda delle condizioni.
In basso un esempio di libretto d’annata, emesso durante i primi anni 20 presso le Poste di Napoli, che è stato venduto proprio per poco più di 250 euro.