Tra i materiali che fanno parte della nostra cucina, il legno è sicuramente al primo posto, non solo per tutti i componenti degli stipetti e le basi, ma anche come materiale prevalente in utensili (come palette e cucchiai di legno), ceppi porta coltelli, oppure taglieri. Questi strumenti hanno sicuramente svolto un ruolo fondamentale per quella che oggi chiamiamo “tradizione”, nel ricordo delle nostre nonne che utilizzavano sempre strumenti in legno nelle cucine. Tuttavia, come dicevamo poc’anzi, si tratta sempre di un elemento che è ancora oggi molto utilizzato nelle nostre case, ma lo stesso non si può dire lo stesso nel caso in cui parliamo di cucine professionali. Una normativa del Regolamento Europeo del 2004, infatti, ha stabilito delle regole ben precise per quanto riguarda l’utilizzo di utensili in legno che, a contatto con il cibo, potrebbero in qualche modo inquinarlo.
Perchè è meglio non usarlo
Il legno, infatti, per sua natura è un materiale molto poroso che tende ad assorbire facilmente residui di cibo e liquidi; spesso il semplice lavaggio non basta ad eliminare il pericolo della formazione di muffe e batteri. Quello che possiamo affermare, dunque, è che il materiale in sé non è pericoloso per l’uomo, ma il problema deriva dal suo scorretto utilizzo e trattamento che può portare a possibili rischi per la nostra salute. Quando laviamo palette e cucchiai in legno, ad esempio, non c’è modo per far si che asciughino rapidamente, e questo più di tutto porta alla formazione di muffe e cattivi odori. Analogamente, lavare un utensile di un materiale che assorbe facilmente le sostanze, non è assolutamente consigliabile se fatto con saponi di tipo chimico che, inevitabilmente non andranno mai via del tutto.
Potreste accorgervene facilmente anche nel caso in cui laviamo un tagliere. Nel caso in cui venga utilizzato con del pesce, aglio o altri cibi dall’odore molto forte, non è mia facile rimuoverne del tutto il sentore. Anche l’usura è un fattore determinante, poichè sono proprio le incisioni profonde sulla superficie ad essere le più difficili da pulire, diventando così, a tutti gli effetti, l’habitat perfetto per colonie di batteri. Diversi studi condotti in merito, infatti, hanno evidenziato come un tagliere in legno sia più pericoloso di uno in polietilene proprio per la sua capacità di proliferazione di microrganismi; cosa fare, dunque, se non si vuole rinunciare al proprio prezioso tagliere di legno?
La cosa più corretta da fare è igienizzarlo sempre al top dopo ogni utilizzo (meglio se con prodotti naturali come aceto e limone) e, nel caso in cui sia già abbondantemente usurato e non volete disfarvene, portarlo da un falegname di modo che possa limarne la superficie, dunque eliminare i solchi e renderlo come nuovo. In questo modo la pulitura risulterà più semplice ed anche i rischi saranno minori.