La funzione del francobollo può apparire scontata oggi, ma resta assolutamente fondamentale per qualsiasi contesto postale e legato alla corrispondenza come oggetto che ha una funzione di “franchigia” esentando, a patto di porre una affrancatura sufficiente, il pagamento del trasporto della posta da parte del destinatario. La funzione di “tassa pagata in anticipo” attraverso piccoli oggetti adesivi, realizzati con della carta gommata, è stata importante praticamente da subito e data la varietà di esemplari messi a disposizione da parte di tutte le nazioni del mondo. Grazie ad un valore collezionistico importante di alcuni formati di francobollo raro, è divenuto l’oggetto da collezione per eccellenza.
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In Italia così come in Europa la ricerca al francobollo raro è divenuta normalità a partire dalla seconda metà dell’Ottocento ed anche a distanza di così tanto tempo esemplari vari sono divenuti molto famosi.
Un esempio è costituito da diversi francobolli appartenenti alla prima parte della storia del Regno d’Italia, ossia dal 1861 fino ai primi del Novecento, monarchia che è durata fino al 1946.
Diverse emissioni riportano l’effige del re di turno o anche il simbolo di casa Savoia come la mini serie del 1877 che reca Effigie di Vittorio Emanuele II, nello specifico l’esemplare in foto che aveva un valore originale di 10 centesimi, valore riportato in lettere proprio sulla parte inferiore dell’emissione.
La versione da 20 centesimi è praticamente identica ma è di colore arancione e presenta una cornice interna quadrata anziché rotonda.
Non è ben chiaro il motivo di una diffusione già molto limitata ai tempi, per questo motivo gli esemplari usati valgono diverse centinaia di euro se in buono stato ma entrambi i francobolli se ancora integri possono valere fino a 9000 euro, mentre singolarmente fanno guadagnare rispettivamente 5000 euro (quello da 10 cents) e 3500 euro (quello da 20 cents) se in condizioni perfette al 100 %.