Qualsiasi cosa, se in eccesso, non fa bene, e la stessa cosa vale anche per quanto riguarda il nutrimento dei vegetali. Somministrare troppo concime alle piante, infatti, può danneggiarle se non addirittura ucciderle, se non si interviene in tempo. Un eccesso di sali nel terreno, di fatti, limita l’assorbimento dell’acqua fino ad uccidere i microrganismi effettivi che vivono tra le radici. Ma come fare per capire se abbiamo dato troppo concime alle nostre piante? Per capirlo esistono dei campanelli d’allarme, primo tra tutti vedremo le punte delle foglie marroni ed avvizzite, come se la pianta fosse stata per troppo tempo al sole e stia seccando. Per grandi linee, quello che accade è la medesima cosa; proprio come per il sole, le foglie sono effettivamente ustionate, poiché i sali presenti nel concime sottraggono umidità alle foglie che, inevitabilmente, seccano provocando le cosiddette “ustioni da fertilizzante“.
Le conseguenze di una concimazione eccessiva
A partire dalle punte, se non interverremo in tempo, il deperimento si estenderà a tutta la foglia, partendo da quelle in basso per poi avanzare in tutta la pianta, causando la caduta di tutto il fogliame. In realtà, la prima parte ad avvizzire sono le radici, ma è anche il sintomo più difficile da individuare perché, chiaramente, essendo nascoste sotto terra, il fenomeno passa inosservato fino al momento in cui sarà troppo tardi. Nella situazione normale, l’acqua presente nel terreno possiede una concentrazione di sale minore rispetto all’acqua presente nelle radici, quindi la pianta assorbe per osmosi l’acqua dal terreno. Con una concimazione eccessiva, invece, si verifica l’esatto opposto: il terreno sottrae l’acqua dalle radici della pianta portandola alla morte certa.
Se la concimazione è davvero troppo eccessiva, il terreno non riuscirà più ad assorbirne i sali, che di conseguenza si accumuleranno sulla superficie formando una crosticina bianca. Se, invece, il concime è tanto, ma non troppo come abbiamo visto sopra, l’osmosi potrebbe compromettersi solo in parte, causando l’ingiallimento di alcune foglie e la pianta farà fatica a crescere, proprio perché l’acqua che riesce ad assorbire non è sufficiente per una crescita regolare. Questa debolezza, di conseguenza, porterà le piante ad essere molto più vulnerabili agli attacchi esterni da parte di parassiti come i pidocchi delle piante.
Per rimediare a questo problema, nel peggiore dei casi, possiamo rimuovere la pianta dal terreno e lavare le radici, in modo da favorire il ripristino dell’osmosi cellulare. Successivamente, rimuoviamo e sostituiamo il terriccio contaminato con quello fresco, per poi rimettere la pianta a dimora. Ovviamente questo procedimento è molto più semplice per le piante messe in vaso, anziché quelle in pieno campo. Se avete utilizzato del concime a lenta cessione, potete provare a rimuoverne il più possibile e annaffiando abbondantemente la pianta in modo da lavare via quello in eccesso, ma rischiamo così di inquinare le falde acquifere. Proprio per questi motivi, bisogna sempre prestare attenzione e seguire alla lettera le dosi riportate sulla confezione, senza mai esagerare o fare di testa nostra.