Da oramai oltre 10-15 anni il concetto di contante sta per essere messo a “dura prova” anche in Italia, nazione che pur tra svariate difficoltà, “forzature” e incentivi verso il denaro digitale, si sta riscoprendo comunque una realtà che sta prendendo in grande considerazione l’idea di una società cashless, ossia senza l’uso di denaro fisico anche se questo processo non stato e difficilmente non risulterà indolore. I limiti sui contanti determinano e sono determinati anche dalla politica che come ogni altra forma di cambiamento modifica il nostro concetto di denaro, ma perchè sono necessari?
Quali sono i nuovi limiti sui contanti? Ecco la risposta. “Attenzione”
I limiti sui contanti sono utilizzati da tempo per mettere una “soglia” concettuale alle varie forme di pagamento con il denaro liquido, che resta la metodologia primaria ma anche quella maggiormente “rischiosa” per la trasparenza delle transazioni. Il denaro elettronico invece nelle sue disparate forme costituisce qualcosa di molto più tracciabile e “individuabile” anche dal punto di vista fiscale e concettuale, ecco perchè proprio in virtù di una trasparenza maggiore, si tende a porre un “freno” alle transazioni con il denaro liquido.
Nel corso dell’ultimo decennio il limite è stato progressivamente ridotto, fino al precedente governo Draghi che ha confermato i limiti di 2000 euro per ogni singola transazione. Questo significa che qualsiasi forma di pagamento o transazione per essere effettuata con il denaro liquido, non avrebbe potuto “sforare” questa soglia.
Il governo Meloni dietro una richiesta di aumentare la soglia, quindi operazione in controtendenza rispetto alle recenti regolamentazioni, ha deciso di stabilire il nuovo tetto a 5000 euro.
Il limite dei contanti non si applica quindi sul possesso di denaro ma “scatta” in virtù dell’utilizzo, proprio in una forma di deterrente: importi più elevati devono per forza “passare” attraverso qualsiasi forma di moneta elettronica, quindi bonifici o simili.