Dopo la profonda crisi finanziaria globale del 2008, il mondo sta apparentemente dirigendosi verso un nuovo compendio di problemi, ed i primi effetti hanno già evidenziato diversi aspetti negativi che almeno per il momento non hanno avuto un effetto per la maggior parte dei cittadini italiani, ma che sono la conseguenza di un contesto aggravato da vari fattori.
Le banche europee sono in crisi: cosa succederà ora? “Pazzesco”
Crisi energetica, inflazione, aumento dei tassi sui prestiti, finanziamenti e quant’altro, costituiscono alcuni dei fattori che hanno provocato veri e propri fallimenti in strutture bancarie molto importanti: i giornali hanno immediatamente raccolto la notizia del fallimento della banca americana Silicon Valley Bank, considerate una delle forme “moderne” apparentemente più inscalfibili dalle crisi, ha portato ad una sensazione di sfiducia, che ha coinvolto anche la politica statunitense.
La Silicon Valley Bank aveva in realtà già vari problemi come una disponibilità oramai esaurita (ossia era “in rosso” come si dice), condizione che però ha influito sui mercati della Borsa e ha portato molti a togliere fiducia al sistema bancario statunitense.
Come confermato da fonti ufficiali come il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la crisi non coinvolgerà il contesto europeo e quindi anche italiano, che per forza di cose resta legato ai paesi del patto Atlantico.
Ovvio palesare un po’ di sfiducia nel contesto bancario che però non dovrebbe portare ad una vera instabilità, neanche paragonabile alle enormi problematiche che si sono inevitabilmente palesate nel corso del primo decennio del 21° secolo.
In ogni caso resta una saggia decisione decidere di spostare i propri beni finanziari dal conto corrente verso altre fonti di investimento progressivo, come possono essere i buoni del tesoro, i libretti bancari o anche postali oppure i BTP in quanto con i livelli di inflazione così elevati, la perdita di valore progressivo sul denaro resta importante.