La situazione economico finanziaria globale attualmente non è per nulla delle migliori. Il mese di Marzo, in particolare, ci ha dato un assaggio di quelli che potrebbero essere i mesi futuri se l’inflazione, l’aumento dei tassi e la crisi energetica continuano ad incidere allo stesso modo. Lo scorso 10 Marzo, ad esempio, abbiamo assistito a quello che è stato etichettato come il fallimento più rapido degli Stati Uniti: la Silicon valley Bank, una delle banche più importanti del paese, ha dichiarato fallimento per il solvenza dopo che il giorno prima si era detta “perfettamente in salute, solida ed in salde condizioni“. La causa è stata una corsa ai depositi, evento verificatosi a causa dei continui aumenti di tassi di interesse dalla Banca Centrale degli Stati Uniti: la Federal Reserve. Il fenomeno che ha contribuito a scatenare il panico non solo americano ma mondiale, si è verificato come il più grande dissesto finanziario dalla crisi finanziaria del 2008.
L’evoluzione della crisi in Europa
Nonostante ai più inesperti possa sembrare irrilevante, la crisi verificatasi oltreoceano alla Silicon Valley Bank ha avuto delle ripercussioni anche in Europa. Non troppi giorni dopo, infatti, una banca altrettanto importante, la Credit Suisse elvetica ha avuto un pesante crollo che per poco non è sfociato nella stessa tragica sorte della banca americana. Tuttavia, questa volta non si è verificato nessun fallimento, almeno non per adesso. La banca in questione, infatti, ha potuto giovare di un’operazione di salvataggio attuata dalla USb, una grande banca privata operante nello stesso settore, che ha salvato la situazione per il rotto della cuffia acquistando Credit Suisse per 3 miliardi di Euro, salvandola così da un fallimento certo.
È chiaro, inoltre, che tutto questo trambusto abbia causato delle scosse non indifferenti in borsa ai titoli della banca svizzera la quale ha subito delle importanti oscillazioni significative anche per una moltitudine di correntisti ed investitori italiani. Ciononostante, molti esperti affermano che si tratti solo di un assestamento e che bisogna dare la mercato il tempo di digerire le informazioni. Non si esclude, pertanto, che ulteriori altalenamenti si verifichino anche nei prossimi giorni, mentre il nostro attuale ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ci ha tenuto a rassicurare i cittadini affermando che le banche italiane hanno la situazione sotto controllo e che non abbiano registrato particolari ripercussioni.
Altri esperti analisti finanziari come Roberto Rossignoli, inoltre, hanno provveduto a rassicurare investitori e correntisti affermando che tutti i segnali di cui siamo in possesso non sono paragonabili a quelli delle crisi finanziare avvenute nel 2008 o 2011; non ci resta che aspettare novità e tenervi aggiornati.